ROMA – La disoccupazione giovanile continua ad essere uno dei problemi più gravi, per l’Italia. Il tasso, pari al 35,4% di giugno, sintetizza la situazione preoccupante, però, nel contempo ci sono dei profili che le imprese faticano a reperire. Le aziende sono alla ricerca di giovani laureati e in particolare hanno difficoltà nel trovare informatici, ingegneri, in lingua e matematici. In questo periodo dell’anno i giovani che hanno da poco terminato l’esame di maturità sono alle prese con la scelta dell’indirizzo universitario da intraprendere necessario per coniugare le loro aspettative e nel contempo per accedere con più facilità nel mondo del lavoro. Le famiglie, dal canto loro, devono supportare le scelte dei propri figli assicurando il sostentamento necessario per il percorso accademico e pongono particolare attenzione anche alle agevolazioni previste dalla normativa fiscale.
L’A.N.CO.T. Associazione Nazionale Consulenti Tributari ha analizzato i dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze relative a quanto mediamente ammontano nelle diverse regioni italiane gli oneri detraibili per le spese per istruzione universitaria. La media più rilevante è quella registrata in Lombardia dove è pari a 1.480 euro e a seguire nelle altre regioni la media è pari a: Trentino Alto Adige (PA Trento) 1.360 euro; Veneto 1.340 euro; Emilia Romagna 1.300 euro; Valle d’Aosta 1.260 euro; Friuli Venezia Giulia 1.250 euro; Liguria 1.230 euro; Piemonte 1.200 euro; Trentino Alto Adige (PA Bolzano) 1.180 euro; Lazio 1.150 euro; Toscana 1.120 euro; Campania 1.080 euro; Umbria 1.070 euro; Marche 1.070 euro; Sicilia 1.050 euro; Molise 1.040 euro; Abruzzo 1.000; Puglia 990 euro; Calabria 980 euro; Basilicata 970 euro e Sardegna 890 euro.
“Dall’analisi dei dati delle dichiarazioni del 2016 sono stati complessivamente 1.533.514 i contribuenti italiani che si sono portati in detrazione le spese per istruzione universitaria per un ammontare complessivo pari a 1.808.436 e una media di 1.180 euro – ha detto Arvedo Marinelli – presidente nazionale dell’A.N.CO.T. – e ricordiamo che sono detraibili le tasse di immatricolazione ed iscrizione e la sopratassa per esami di profitto e laurea che possono riferirsi anche a più anni, compresa l’iscrizione ad anni fuori corso. Le spese sostenute per la frequenza a master universitari sono detraibili solo se assimilabili a corsi universitari e di specializzazione e se gestiti da istituti universitari pubblici o privati. Non rientrano tra le spese detraibili invece le spese per l’acquisto di testi scolastici, materiale di cancelleria, viaggi ferroviari, vitto e alloggio”.