L’impresa è possibile – dopo 105 giorni di cammino a piedi, Marco Loperfido, MarinaVincenti ed il loro cane Bricco, hanno raggiunto a piedi la Foresta Nera. Partiti il 1 Maggio dal viterbese, arriveranno ad Ottobre a Bruxelles.
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Loperfido: “In Germania tanti “Nein” e non c’è posto. Forse siamo europei solo con Interrail ed Erasmus. A Tajani consegneremo “Lettera in Cammino” con sogni e progetti ed una nuova mappa dei sentieri naturalistici e culturali dell’Europa di oggi. Ora, oggi, stiamo per affrontare la Foresta Nera in Germania. Siamo partiti il 1 Maggio, a piedi dal viterbese”.
“In Germania abbiamo bussato e non ci è stato aperto. Solo i Nein dai tedeschi. Stiamo dormendo prevalentemente in tenda, sotto la pioggia, freddo ed umidità ma non abbandoniamo il nostro progetto di mappare i sentieri d’Europa, incontrando associazioni culturali e tutti coloro i quali vorranno consegnarci idee e proposte da portare al Parlamento Europeo. Abbattiamo le barriere e Paese Europa va avanti. Siamo partiti il 1 Maggio dalla provincia di Viterbo. Abbiamo attraversato l’Italia, l’Austria e adesso ci aspetta la Foresta Nera in Germania”. Lo ha dichiarato Marco Saverio Loperfido, guida Ambientale Escursionistica AIGAE che con la moglie Marina Vincenti ed il cane Bricco, sta riuscendo nella grande impresa di attraversare parte dell’Europa a piedi e raggiungere Bruxelles. Un grande progetto di mappatura dei sentieri naturali ma anche sociali e culturali dell’Europa di oggi. Marco, Marina e Bricco sono partiti il 1 Maggio, a piedi dal Viterbese e solo adesso si sono concessi 2 giorni consecutivi di pausa. Oggi i tre inizieranno ad affrontare la Foresta Nera, in Germania.
Le guide stanno mappando un nuovo sentiero europeo.
“La strada che stiamo facendo è nuova, la stiamo mappando per intero, affinché si possa ripercorrere. A Tajani , al nostro arrivo consegneremo “Lettera in cammino” con i progetti ed i sogni dei cittadini che stiamo incontrando. Siamo passati per Venezia – ha affermato Loperfido – abbiamo oltrepassato le Alpi nella splendida zona della Carnia, giungendo nelle valli glaciali dell’Austria e proseguendo per la Foresta Nera tedesca che affronteremo in queste ore. Risaliremo poi, una parte della valle del Reno ed entreremo in Lussemburgo e infine in Belgio. Non è la via più corta. Innanzitutto perché il nostro obiettivo è quello di vedere l’Europa, non di arrivare. Per noi il viaggio è l’essenza del messaggio”.
Tutto a pedi. Ora in Germania per entrare nella Foresta Nera.
“Abbiamo appena lasciato le splendide rive del lago di Costanza, in tedesco Bodensee, nella regione di Baden – Wuttemberg. Le giornate sono molto fredde e piovose, il che ci mette in difficoltà perché dormiamo in tenda e la tenda bagnata pesa di più, inoltre c’è molta umidità. Camminare sotto la pioggia, con il goretex delle scarpe ormai andato, è faticoso di suo – ha proseguito Loperfido – ma avere la roba fradicia la sera e non poterla asciugare perché non abbiamo mai quasi un riparo come una casa, è un disagio che ci piacerebbe evitare. Stiamo trovando poche persone interessanti . Abbiamo però incontrato una famiglia, molto simpatica, che gestisce in Germania una fattoria wwoof e ci hanno ospitato nel loro caravan, facendoci vedere i lavori che fanno . Ora siamo davvero nel mezzo del nostro viaggio, ben 3 mesi e mezzo passati a camminare. Ormai il fisico è abituato agli sforzi e riusciamo ad andare avanti ad una media di 4,7 km orari per ben 3 ore, senza affaticarci. Sappiamo che il viaggio che stiamo vivendo è splendido ed unico nella nostra vita. Adesso ci attende la Foresta Nera e la curiosità è tanta per questo nuovo tipo di paesaggio”.
“Nein – Ci dispiace non c’è posto.
“Pensavamo che le difficoltà dell’inizio fossero passate, la torrida e infinita Pianura Padana è alle spalle, le gigantesche Alpi dileguano all’orizzonte svelando morbide, fresche e verdissime colline. Il trappolone era invece in agguato. Come un ragno che ha tessuto una tela di centinaia di chilometri, chiamata appunto la “Baviera ad Agosto”, era lì ad aspettarci, soddisfatto. Qui fa fresco, non ci sono zanzare, non ci sono dislivelli, i sentieri sono tutti segnati, i boschi sono puliti – ha continuato Loperfido – ma non c’è un posto per dormire. La maggioranza dei tedeschi ha preso d’assalto la zona del Lago di Costanza, prenotando tutto il prenotabile con anni di anticipo. Durante la giornata, in Germania, percorriamo 18 km a piedi. Al termine in ogni agglomerato di case che incontriamo, chiediamo, se ci sono zimmer, gasthaous, b&b, bivacchi, case sull’albero, tane, ponti… ma i paesini sono paradossalmente desolati e nel “Nein” che la gente ci risponde sembra che alberghi qualcosa di inquietante, una sorta di compassione mista a lontanissima distanza emotiva. Dunque siamo costretti a spostarci di campeggio in campeggio, che è come andare da una città all’altra. I campeggi ospitano migliaia di camper, hanno tre-quattro ristoranti all’interno, batterie di sanitari. Dunque solo tenda.
Non c’è l’entusiasmo dell’inizio, non c’è l’ospitalità della gente a cui raccontare il progetto, non c’è nemmeno più lo stupore per la tanta bellezza incontrata. Qui c’è solo Puro Cammino, misto ad enormi incertezze quotidiane. Ed è per questo che bisogna abbassare la testa e osservare come fa lui, il nostro cane Bricco, per passare queste settimane di attraversamento delle Terre di Mezzo, per superare questo interminabile guado”.
La grande fedeltà di Bricco, il cane di Marco e Marina che segue i padroni passo, passo dall’Italia.
“Bricco è con noi, da quando siamo partiti dal Viterbese e ci insegna, ad essere più antichi di quel che siamo, a non pensare a quel che sarà, ma ad andare solo avanti, con una tale incoscienza che ha dell’incredibile, vera e propria fede nella vita. Bricco è una pura sfera di energia che va, tira, scruta, annusa, quando si sta per esaurire rallenta, si accovaccia – ha proseguito Loperfido parlando del cane, in viaggio con loro a piedi dal 1 Maggio – ansima e infine si ricarica. Non sa nulla, né del perché siamo partiti, né del punto di arrivo, del progetto, dell’importanza delle strade secondarie, del Parlamento e dell’Europa. Assomiglia ad una lumaca che attraversi un’autostrada, ignara e santa. Bricco è lì, andante, dentro alla sua bolla di completa incoscienza, ma sa la cosa più importante di tutte, ovvero che bisogna solamente andare, testa bassa e camminare. Spesso punta una lepre, ma il guinzaglio lo tira via e lui non ne fa una tragedia, ricomincia a cercarne un’altra. Spesso un cane pastore lo aggredisce. Perché lo fatto? chi lo sa… ma Bricco abbaia, gli dà un paio di zampate come a dire: “Che ti credi? Io sono stato randagio, e tu?” e quando i ruoli si sono stabiliti ricomincia ad andare. Io l’ho visto lo sguardo di Bricco dopo questi furiosi attacchi: è lo stesso di qualche istante prima. Quel pastore è ormai alle spalle, ma l’importante è ciò che c’è avanti, anche solo di qualche metro. E la mattina, quando la stanchezza è andata via col sonno e la nuova alba si fa strada nel buio della tenda, Bricco si alza rinnovato, nuovo come un cucciolo appena venuto al mondo, senza alcun pensiero. “Se soltanto prendessero quel guinzaglio anche stamattina” dice dentro di sé, “Se soltanto si potesse anche oggi andare, esplorare, scrutare, vivere…!”.
Perché Paese Europa? Perché mappare i sentieri europei? Perché la consegna a mano, al Parlamento Europeo, dei sogni e dei progetti? Forse siamo europei solo con l’Interrail ed Erasmus. Cara Bruxelles ti porteremo un’Europa sporca di fango e cioccolata, tanto cara al camminatore.
“Stiamo chiedendo alle Associazioni che si occupano di territorio, paesaggio, ambiente e mobilità sostenibile, di affidarci le loro riflessioni e le loro esperienze concrete, affinché noi le possiamo portare al Parlamento Europeo e consegnarle a mano, dopo averle portate a piedi, in un unico documento denominato “Lettera in cammino”. Ma perché non spedire questi messaggi per mail? Ecco proprio questa è la nostra presunzione, cioè pensare che a volte la forma riesca a plasmare i contenuti – ha concluso Marco Saverio Loperfido – e che un messaggio, proprio perché portato a mano con un viaggio di sei mesi alle spalle, diventi lentamente più autorevole agli occhi di chi dovrebbe leggerlo. Non solo. Sarà lo stesso messaggio a prendere forma insieme al cammino perché in questo lasso di tempo noi ci imbatteremo in persone e associazioni, e chiederemo a chi opera per il proprio territorio di dirci cosa vogliono che arrivi a Bruxelles grazie a noi. Siamo dei postini, ma dei postini di una volta, che vanno di casa in casa, di paese in paese, molto lentamente, a raccogliere le riflessioni di chi veramente conosce ciò di cui parla: i boschi, lo stato delle strade di campagna, dei fiumi, dei torrenti; passeremo da chi sa il vero motivo per cui la tutela del paesaggio è, per adesso, solo una vuota e retorica frase; da chi conosce l’inghippo burocratico per cui non riesce a fare ciò che dovrebbe per il proprio paese o frazione; da chi, volontariamente, ripulisce i rifiuti delle discariche abusive e vi saprà spiegare esattamente il malsano processo per cui deve ritornare ogni anno di nuovo a ripulire. Documenteremo tutto questo.
Cara Bruxelles non aspettarti un documento sistematico e ben incasellato. Noi ti porteremo un mazzo di fogli sgualciti, forse alcuni saranno anche scritti a mano, con diversi stili e prospettive. Non aspettarti un progetto compiuto e coerente. A quello ci dovrai pensare tu. Noi ti porteremo una fetta di Europa sporca di fango e cioccolata, ma non perché passeremo in Svizzera ma perché la cioccolata è tanto cara al camminatore .
Forse siamo stati veramente europei solo quando facevamo l’Interrail da giovani e come matti prendevamo i treni di notte per non pagare gli alberghi; o come quando abbiamo studiato per anni con l’Erasmus e abbiamo ascoltato decine di lingue diverse. D’altronde se un’idea di Europa si è formata nel tempo, e oggi è possibile spenderla, è perché per centinaia di anni il vecchio continente è stato percorso in lungo e in largo da mercanti, pellegrini ed artisti. E come pensi che abbiano viaggiato perlopiù costoro? A piedi.
A piedi si riesce a capire veramente come un dialetto si trasformi in un altro e infine cambi in lingua; a piedi si comprende cosa crea la continuità, come un paesaggio sfumi nell’altro e perché quel fiume o quella strada abbiano cementato insieme, come fanno le radici per un terreno, quelle genti così lontane tra loro e dunque differenti. L’avresti mai immaginato che non è la velocità ad unire bensì la lentezza?
Cara Europa ti hanno fatto credere che una moneta sarebbe servita a farci sentire tuoi figli ed invece tu eri più viva ed operante quando avevamo monete diverse, perché l’importante è scambiarcele per mano. Eri più viva quando eri nel mentre del guado, in quel processo in cui si fatica ad andare avanti, che adesso che riposi beata nel cielo astratto delle parole catodiche”.