Storia della liberazione di Auschwitz, la proclamazione dell’ONU del 27 gennaio giorno della memoria.
Francesco Guadagnuolo ricorda una delle vicende più cupe e orribili della Storia con un’opera dal titolo: “Lo sterminio del ghetto ebraico a Warszawa” Sono trascorsi circa 76 anni dall’occupazione nazista nel territorio polacco che trascinò la soppressione di 260 mila esseri umani.
L’opera di Guadagnuolo piena di pathos fa vedere questo. Nella sinistra il soldato tedesco simbolo del brutale crimine di cui la Polonia è stata il maggiore centro dell’olocausto tra carnefici e morti, Tedeschi contro Ebrei e i Polacchi osservatori e testimoni. Il riflesso dei Polacchi all’Olocausto è stato scioccante, ha contribuito non poco all’aspetto psicologico e morale. ci si chiede perché è successo tutto questo?
Nel quadro di Guadagnuolo si vede una Piazza con corpi morti sparsi ovunque, auto incendiate, guerra che incombe e distrugge tutto. Al centro parte della Deposizione di Van Der Weyden comunica commozione tra orrore passato e presente. Il rosso batte la scansione della struttura compositiva e diviene una componente energica dell’opera: Cristo muore per le ingiustizie del mondo, da quei pianti di sofferenza è stato versato tanto sangue in quella terra polacca martoriata.
Parlare della rappresentazione pittorica della Shoah è un incarico particolarmente arduo. Guadagnuolo c’è la fa vedere pensando ai luoghi legati al Papa polacco San Giovanni Paolo II di cui fu uno struggente testimone. Così per la Madonna Nera di Iasna Gora, di cui il Papa era particolarmente devoto, uscita miracolosamente indenne dal secondo conflitto mondiale, Guadagnuolo ce la mostra sloggiata assieme agli Ebrei appoggiata ad una poltrona quasi per dire che i nazisti se la prendono anche con la religione.
“Se comprendere è impossibile – scrive Primo Levi, deportato ad Auschwitz e morto suicida l’11 aprile 1987 – conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare”. Guadagnuolo dice: “La memoria è necessaria in ricordo dello sterminio polacco della Shoah, conosciuto da Papa Wojtyla che lo ha sempre ricordato. ”Infatti, la sensibilità di Guadagnuolo attraverso la sua opera ci fa sentire questa vergognosa pagina di storia, rammentando l’orrore nazista con un’opera che fa vedere l’eliminazione del ghetto accaduta circa 76 anni fa. Dunque la giornata del 27 gennaio assume un importato simbolico senza precedenti ricordarlo per i tempi che verranno, quello dello sterminio del popolo ebraico. Possiamo dire in maniera convinta che la memoria storica della shoah non concerne unicamente al popolo ebraico, ma all’umanità intera.
Ardea (Roma), Sala Consiliare Via Laurentina Km 32,500, sabato 27 gennaio 2018, Giorno della memoria ore 17,30 (ingresso libero), interverranno: il Sindaco del Comune di Ardea Mario Savarese, l’Assessore alla cultura Sonia Modica, l’artista Francesco Guadagnuolo e l’esperto d’arte Mario Lupini.