Teramo – ”Il cancro sta diventando sempre più che un’eventualità nella nostra vita; spesso annunciata, meno inaspettata. In queste foto c’è tutta la violenza dell’essere umano sulle donne, il non impegnare tutte le forze disponibili per sconfiggere questo male, subito. Evidentemente siamo in altre faccende affaccendati; assuefatti, narcotizzati di fronte a quello che sembrerebbe essere un destino ineluttabile se non al prezzo di una telefonata.”
Sedici immagini, sedici storie di malattia per ribadire che di cancro si vive.
La mostra overbooking è un percorso, un itinerario sull’onda di un racconto fotografico di sedici donne che dalla malattia hanno tirato fuori la vita, esplosione di emozioni, colori, impressioni.
L’evento si svolgerà all’interno della sede di ATLAN- Associazione Arti Visive Teramo dal 24 Febbraio all’8 Marzo.
Parole e sguardi diversi in un viaggio per immagini che non parla solo di malattia, ma di persone che hanno vissuto ‘’LA VIOLENZA’’ cosi’ la chiama l’artefice della mostra, Luca Gianfelice, e ribadisce, attraverso le parole che ciascuno di loro ha scelto per rappresentare se stesso, una verità che ancora in tanti fanno fatica ad accettare: che di cancro si può vivere e si vive.
Tirare fuori il dolore, esibire le ferite che il cancro ha inciso sulla pelle e sull’anima senza paura, senza vergogna. Guardarsi allo specchio e ritrovarsi, magari cambiato, ma riconoscersi al di là della malattia, hanno storie diverse, vite diverse, ma un fattore comune: il cancro.
Un’esperienza che per ognuno di loro ha lasciato impresso un segno indelebile sulla loro vita, come un tatuaggio inciso nell’anima che per ognuno ha avuto significati, implicazioni, evoluzioni differenti. Un segno che ognuno dei protagonisti di questa mostra ha tradotto in una ruga, scritta sulla pelle, per tracciare il loro differente e unico percorso di malattia e cura.
Perchè i nostri corpi riflettono tutto quanto ci vive e ci accade dentro, perché il corpo è l’involucro che ci protegge e difende dall’esterno, perché la pelle è il principale informatore di quanto avviene dentro di noi, perché agisce come uno scudo protettivo davanti a un mondo nel quale siamo costantemente esposti, perché è lo specchio di emozioni profonde che certe situazioni fanno sperimentare a chi vive in prima persona il tempo della malattia, della cura e della rinascita.
Sono l’attrice cantante Nancy Fazzini e Odissea Animazione ad aver ‘’prestato i corpi’’ per scoprire che il percorso di cura condiviso può spogliare ma allo stesso tempo vestire “una pelle” nuova, più forte, più chiara, più capace di protezione e filtro di nuove emozioni mai provate prima”.