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“Salvaguardare le spalle dell’Esercito” è una citazione di Vittorio Emanuele Orlando – Presidente del Consiglio con l’interim all’Interno durante la Prima guerra mondiale – con la quale compendiò il ruolo che affidò alla Polizia di Stato nei quaranta mesi di conflitto. Una conflagrazione che rivoluzionò il modo di condurre la guerra e mise a dura prova le nazioni coinvolte.
Lo Statista testimoniò nelle Memorie che a poliziotti capaci, intraprendenti e professionali assegnò il delicato compito di “Salvaguardare le spalle dell’Esercito” che, con alcuni articoli, Giulianovanews vi propone.
Per queste ragioni: la storiografia della Polizia è un terreno poco battuto ma prolifico di spunti e riflessioni, quindi gli articoli sono una novità di non poco conto; più in generale, la conoscenza del passato aiuta a comprendere il presente. Come – con ben più ampi orizzonti – ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo ultimo messaggio di fine anno al Paese, il 31 dicembre 2017.
Infatti, il Presidente ha sottolineato che «non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi una sospensione dal tempo, che ignora il passato e oscura l’avvenire»; al passato come testimonianza di impegno e di progettualità per il futuro si è ricondotto ricordando i ragazzi del 1899, chiamati cento anni fa a salvare l’Italia dopo Caporetto, e quelli del 1999, chiamati alle urne elettorali per la prima volta auspicandone la piena partecipazione per invertire il trend negativo che, da oltre venti anni, vede le stesse sempre più disertate.
Il Presidente ha messo il dito in un “vulnus” che Giulianuovanews, circoscrivendolo alla Polizia di Stato, fa proprio affidandolo all’autore di una recente pubblicazione scientifica che affronta il ruolo della Polizia durante la Prima guerra mondiale, frutto di pazienti studi e ricerche.
Ma veniamo al dunque: quale migliore occasione per il Centenario della Grande guerra tratteggiare l’impegno dei poliziotti? Il ruolo dei funzionari di Pubblica Sicurezza e del Corpo delle guardie di città (questa la denominazione della Polizia di Stato del tempo) continua a essere praticamente inesplorato. Tra i poliziotti che operarono durante la guerra, nelle retrovie, praticamente tutti dimenticati, il concittadino Rossi Francesco, morto in un ospedale da capo a Verona nel 1918.
Rossi, sebbene lontano da trincee e onori, come tanti altri poliziotti, svolse un’opera silente, invisibile e professionalizzata contro il crimine; molti poliziotti scovarono sobillatori, detrattori del governo, speculatori, disertori, e si distinsero nella caccia a spie, fiancheggiatori dell’intelligence nemica, sabotatori … in breve nel fronte interno.
Per la Polizia un meritato traguardo dovuto al riconoscimento di Orlando della professionalizzazione dei suoi uomini e dei “ferri del mestiere”, fortemente rinnovati proprio a partire dagli anni a ridosso l’esplosione del conflitto nella Scuola di polizia scientifica, fondata dal professor Salvatore Ottolenghi.
Un traguardo che permise finalmente a quegli uomini di fissare al petto la stessa medaglia che adorna il valoroso soldato, guadagnata sui campi di battaglia.
Gli articoli rimandano allo studio: “Da sbirro a investigatore. Polizia e investigazione dall’Italia liberale alla Grande guerra“ (Udine, Aviani e Aviani editori, 2017, ISBN: 978-88-7772-252-2). L’opera rappresenta un importante tassello per la ricostruzione delle origini della Polizia che l’autore, laureato con lode in Storia e Società, coautore o autore di articoli di storia pubblicati da alcune riviste dei Corpi dello Stato, affronta gli aspetti immateriali (cultura professionale, mentalità collettiva …) e materiali (metodi, prassi, strumenti …) nell’arco cronologico considerato, secondo strategie concettuali e narrative convincenti.
Il 21 aprile 2018, a Giulianova, sarà ricordata la figura della Guardia di Città, Francesco Paolo Rossi.
Nota per i nostri lettori: 280 pp., 900 note di cui 500 archivistiche, bibliografia di oltre 400 opere; ordinabile per i lettori di Giulianovanews.it al costo di € 25.oo (anziché 32.oo) escluse spese postali direttamente dall’editore (avianifulvio@gmail.com; www.avienieditori, 0432 884057).
Walter De Berardinis e Giulio Quintavalli
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