USA. Benny Manocchia: come succede in qualsiasi parte del mondo, chi perde dice sempre peste e corna di chi vince.
Piu’ che seri efficaci attacchi, sono piccoli conati di odio, amare riflessioni su quanto poteva essere e invece non e’ stato. Naturalmente la colpa e’ sempre di qjuel fortunato vincitore,che ne ha combinate dii cotte e di crude per riuscire a vincere. Mai che il perdente ammetta di avere sbagliato,di avere imboccato una strada storta. E’ un po’ come tornare bambini e si
racconta al padre o alla madre il motivo del guaio combinato,
Subito il ragazzo mette le mani avanti e spiega che e’ stato l’altro a creare il guaio, a imbrogliare,mentire. Resta ,comunque,per tornare nella politica,resta il fatto che c’e’ un vincitore e chi ha perso la lotta deve aspettare il prossimo turno per cercare di vincre, a sua volta.
Comunque e’ proprio in politica dove attaccare il nemico puo’ dare risultati. In Italia la terza
Repubblica ricorda tanto la prima. Non credo che occorra rimettere sul piatto i dettagli.
Dicevo all’inizio: in ogni parte del mondo il perdente attacca il vincitore. Negli Stati Uniti c’e’
l’esempio classico: La signora Clinton ha perduto le elezioni presidenziali. Ebbene due ore dopo l’annuncio
Hillary ha iniziato a piangere a destra e a sinistra; ,prima contro Trump,aiutato dai russi a vincere
(nessuno ha mai spiegato come),poi contro Obama,che non avrebbe fatto quello che lei aveva chieto,poi perfino le donne americane,che in parte l’hanno tradita Ha scritto un libro che e’ tutta una
accusa contro tutti; oggi,gira il mondo (perfino in India) per dire che: credetemi,,ho vinto IO. Quando si
sveglierà’ , Hillary capirà’ che qualcun’altro ha vinto le elezioni….