“Aprile andiamo e’ tempo di migrare”. Parafrasando l’immortale poesia del nostro Gabriele d’Annunzio,possiamo parlare della transumanza in Abruzzo,che ne e’ la capofila, seguita dalla Grecia e Austria. Come un po’ tutti sanno, la transumanza e’ la migrazione stagionale delle
greggi,delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane
(nella stagione estiva) verso quelli delle pianure (nella stagione invernale) seguendo le vie
naturali di tratturi. Virgilio,nelle Georgiche, descrisse pastori che conducevano greggi di pecore
in pascoli molto distanti fra loro.Sin da ragzzo sentivo parlare di questa benedetta transumanza e,con mio fatello Franco,andavamo a vedere i greggi e i pastori transitare lentamente in certe parti della costa,
vicino casa nostra. La parola transumanza,quando si e’ bambini, puo’ fare paura oppure creare certe belle sensazioni nella mente. Bene. Ora l’Italia( se permettete con un po’ di ritardo )ha presentato all’Unesco di Parigi
la candidatura della nostra transumanza come patrimonio immateriale,insomma che non si puo’ toccare con mano. E proprio perche’ sara’ un patrimonio immateriale, l’Italia,penso, non ne ricavera’
molto. E Dio sa quanto la nostra regione abbia bisogno di essere riconosciuta,o conosciuta.