SIRN – Ictus: in Italia 120mila nuovi casi ogni anno, di questi 1 su 3 avrà gravi disabilità. A Trieste il 18° Congresso
500 specialisti della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica a Trieste
Secondo una recente indagine l’incidenza dell’ictus passa dallo 0,2% nella fascia 55-64 anni allo 0,8% nella fascia 65-74. Si sale al 2,2% nella fascia 75-84 sino al 3,2% degli over 84. L’incidenza tra sessi è similare oltre i 75 anni, mentre sotto questa soglia di età le donne sono colpite meno.
In Italia, l’ictus colpisce circa 120mila persone ogni anno. È il più grande produttore di disabilità grave in tutti i paesi sviluppati, incluso il nostro, nonché la seconda causa di morte, con l’11,1% di decessi. Il 30% di questi 120mila hanno come conseguenza dei deficit motori, cognitivi o di linguaggio, e necessitano di trattamento riabilitativo. Circa il 50% dei pazienti che afferiscono alla riabilitazione neurologica sono infatti pazienti con effetti di ictus.
Undici persone su 100 muoiono, in seguito a un ictus, nell’arco di trenta giorni, mentre salgono a 16 quelli che non ce la fanno nell’arco di un anno. Un problema che non solo potrebbe essere fatale, ma che comporta spesso anche gravi conseguenze a lungo termine. Nel 35% dei pazienti colpiti, infatti, residua una disabilità grave. Nell’80% dei casi italiani si tratta, per l’esattezza, di ictus di tipi ischemico, mentre nel restante 20% è di natura emorragica. Secondo una recente indagine l’incidenza dell’ictus passa dallo 0,2% nella fascia 55-64 anni allo 0,8% nella fascia 65-74. Si sale al 2,2% nella fascia 75-84 sino al 3,2% degli over 84.
Se ne parla a Trieste, presso il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima, durante il 18° Congresso Nazionale della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica – SIRN, presieduto dal Prof Carlo Cisari, Presidente SIRN , sino a domani 7 aprile. Al centro dell’attenzione, ictus, robotica, disabilità: questi i principali filoni che verranno seguiti. Ma i temi relativi alla neuroriabilitazione che verranno trattati saranno numerosi. Cinquecento gli specialisti presenti.
La riabilitazione è un lavoro di gruppo che riguarda più professionalità: il medico, il fisioterapista, il terapista occupazionale, lo psicologo, l’infermiere, il bioingegnere. Nella SIRN, infatti, non sono iscritti solo medici, ma tutti gli operatori del team riabilitativo.
“Dal 1990 al 2013 l’incidenza dell’ictus ischemico si è ridotta, passando da 128 a 114/100.000/anno. Nel dettaglio, si è ridotta significativamente nei soggetti di età maggiore di 60 anni, soprattutto grazie al controllo dei fattori di rischio, ed è rimasta sostanzialmente immodificata in quelli di età compresa tra i 45 ed i 59 anni. Per quanto riguarda l’ictus emorragico, nello stesso arco temporale, la sua incidenza è risultata stabile, con 53 casi per 100.000 all’anno.
“con 120.000 i nuovi casi ogni anno e con circa 930.000 casi di sopravvissuti, con postumi più o meno invalidanti. L’incidenza tra sessi è similare oltre i 75 anni, mentre sotto questa soglia di età le donne sono colpite meno”.
COME COMPORTARSI – I recenti dati sottolineano un lieve miglioramento, ma ciò nonostante non occorre mai abbassare la guardia, perché un fenomeno del genere potrebbe essere fatale anche senza preavvisi e senza piccoli episodi che lo precedono. Massima attenzione, quindi, nel riconoscere i sintomi principali: improvvisa diminuzione della forza, difficoltà nel parlare e bocca asimmetrica.
“Importante è intervenire prima possibile, ma altrettanto importante è la riabilitazione che deve limitare le conseguenze disabilitanti dell’ictus. Anche la riabilitazione deve essere iniziata fin dai primi giorni dopo l’esordio dell’ictus, deve essere effettuata con una sufficiente intensività e deve essere il risultato di diversi professionisti che curano i vari aspetti della riabilitazione motoria, cognitiva, del linguaggio e deve accompagnare il recupero fino al miglior reinserimento possibile nelle attività quotidiane.