Benny Dall'America

USA. Benny Manocchia: la dura vita del direttore di una testata giornalistica

Hanno paragonato il direttore di un giornale a un netturbino. Come? Si’,si’: ogni giorno deve raccogliere con una enorme ramazza, notizie da tutte le parti del mondo,lamentele di chi ha

subito offese sul giornale,mamme che hanno “le piu’ belle ragazze del mondo” e vorrebbero
foto delle loro figlie su carta stampata (oggi anche ,e soprattutto,sul web). Per non parlare del
collaboratore  che crede di essere il nuovo Montanelli o Buzzati o Hemingway ed e’ infuriato
perche’ il direttore  non ha dato la necessaria importanza al suo lavoro. Ci sono,poi, gli
annunci ufficiali dei  politici che pretendono vedere i loro concetti,le loro proposte apparire
sul giornale, come si trattasse di nuovi comandamenti oltre i famosi dieci…
Non e’ assolutamente facile fare il direttore di un quotidiano. Lo hanno detto e ridetto a
San Francisco,durante una tavola rotonda di un  gruppo di capi, decisi a mettere in evidenza
il loro lavoro quotidiano. Si sono presi un paio di ore di “riposo”,anche per frustare un po’ i giovani che chiamano redattori ma che vorrebbero essere direttori. No,non e’ facile “fare” il direttore. Anche  perche ‘ il piu’ delle volte i direttori devono vedersela con gli editori,chi insomma ha versato un grosso capitale per creare  una nuova testata. Con loro i direttori non
devono preoccuparsi di questioni puramente giornalistiche; con  loro devono parlare di spese ,di copie vendute,non  piu’ netturbini ma ragionieri. Dura, faticosa vita di chi dirige una
pubblicazione. E se non bastasse tutto questo,c’e’ sempre all’angolo la possibilita’ di una
querela. Molto meglio,naturalmente,degli attentati di chi non ama i netturbini al servizio
dei lettori.
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