JACOPO SIPARI DIRIGE L’OPERA MALEDETTA DI VERDI LA FORZA DEL DESTINO ALL’OPERA DI BELGRADO
Belgrado. Il direttore abruzzese Jacopo Sipari di Pescasseroli sul prestigioso podio del Teatro dell’Opera di Belgrado debutta l’opera “maledetta” di Verdi, “La Forza del Destino”. L’opera, in 4 atti su libretto di Francesco Maria Piave, ando’ in scena per la prima volta al Teatro Mariinsky di S. Pietroburgo nel 1862 ed e’ generalmente considerate una delle opere piu’ intense di Giuseppe Verdi.
A quest’ opera, nota in particolare per I suoi momenti piu’ liricamente straordinari come “La Vergine degli Angeli”, “Rataplan” o la nota “Sinfonia”, e’ legata la triste leggenda della maledizione che colpirebbe quanti ne siano in qualche modo legati, come artisti, cantanti o esecutori. Si racconta che il 1º settembre 1939, cioè il giorno d’inizio della Seconda guerra mondiale con l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, in cartellone al teatro Wielki di Varsavia ci fosse proprio La forza del destino.
Il direttore aquilano torna sul podio dell’ Opera di Belgrado a poche settimane dal grande successo di Aida per guidare Coro e Orchestra del Teatro Nazionale con la straordinaria partecipazione del grande soprano greco Maria Papaioannou nel ruolo di Leonora e della mezzosoprano serba Jadranka Jovanovićnel ruolo di Preziosilla.
La regia e’ del Maestro Alberto Paloscia, direttore artistico del Teatro dell’ Opera “Goldoni” di Livorno, Teatro dove Sipari e’ stato invitato per dirigere l’inaugurazione della nuova stagione con “Elisir d’Amore”di Donizzetti e poi “Madama Butterfly”di Giacomo Puccini, l’opera preferita del giovane Maestro aquilano.
“Sono estremamente contento di debuttare questa nuova opera, per me un’opera indubbiamente bellissima e ricca di momenti di intenso lirismo. Devo dire che la straordinaria regia di Alberto Paloscia unitamente alle scene e i costumi rendono la cosa ancora piu’ magica. Dirigere Verdi in questo Teatro che proprio quest’anno festeggia I 150 anni di storia, ha qualcosa di davvero particolare, riportandomi indietro nel tempo fino proprio a fine ottocento”.