Giulianova, 30 luglio 2018. Nel tardo pomeriggio di ieri, all’età di 66anni, ci ha lasciato per sempre, Alessandro Ruffini, per tutti, Sandro. I funerali si svolgeranno domani mattina, martedì 31 luglio, alle ore 10,00, presso la Chiesa di Sant’Antonio. Lascia la sorella, Maria Amalia. Grande sportivo e tifoso del Giulianova calcio, fin da ragazzo aveva coinvolto schiere di ragazzi, compreso il sottoscritto, per partecipare ad incontri calcistici su improponibili campi come quelli in terra battuta presenti su Viale Gramsci, Istituto Gualandi e i Monaci Benedettini.
Per non parlare d’improvvisate partite, in campetti più piccoli, sfruttando terreni incolti in procinto di diventare nuovi insediamenti abitativi. Nonostante la differenza d’età, riusciva con tutti ad istaurare dei bei momenti di spensieratezza facendoci inseguire una palla di cuoio, era l’aggregante per eccellenza, un vero leader. Correva Sandro, era una forte ala destra, una vera saetta in mezzo al campo. Oggi, grazie ad alcuni sprazzi di ricordi, dettati dal già Vigile Urbano, Roberto Garzarelli, possiamo raccontare un altro Sandro. Era il terzo figlio dell’Avvocato Ernesto Ruffini, curioso e intelligente, sempre pronto per nuove avventure. Agli inizi degli anni ’70, Sandro, che amava la batteria, fondò insieme a Francesco Tentarelli (ottimo chitarrista, purtroppo scomparso troppo presto), Mario Tentarelli (alle tastiere), Roberto Garzarelli (chitarra) e Franco Moschiani (al basso), un gruppo musicale senza un vero nome. Sicuramente erano i ventenni di quel periodo storico che ascoltavano e tentavano di imitare gli idoli di allora: i Pink Floyd e Led Zeppelin, passando per i Rolling Stones e i Doors, ed altri. Come non ricordare il club, tanto in voga in quel periodo tra i giovani, nato sotto l’ampio garage della Villa di famiglia posta nella parte alta della città, serate passate ad ascoltare musica e balli moderni, come amava dire sempre mio padre. Era un’altra generazione, erano i figli dei reduci della 2° Guerra Mondiale, quella che aveva insanguinato l’Europa. Come non ricordare la presenza dentro due stanze, nella sua vasta Villa, dove trasmetteva la radio locale, Radio G. Un pezzo dei miei ricordi, insieme a mio fratello Arino, va via con la morte di Sandro. Il tempo passa inesorabilmente per tutti, ci accorgiamo di essere vecchi e di non fermare il tempo, ma i ricordi più belli di spensieratezza rimangono indelebili fino alla nostra morte terrena. Mi piace immaginare Sandro che sta correndo tra le nuvole chiedendoti insistermene di passargli la palla. Così ti voglio ricordare, raccontando agli altri, che verranno dopo di noi, chi era Sandro Ruffini. Ciao Sandro!
Walter De Berardinis