sulla questione e ringrazia i presidenti dei Comitati di
quartiere Lido e Annunziata: “La loro richiesta è conforme alla mia
volontà di illustrare come è stata ottenuta, grazie al nostro impegno, la
riqualificazione di un’area di circa 8 ettari abbandonata per decenni”.
L’incontro pubblico sull’area ex Sadam ci sarà e verrà convocata
nei prossimi giorni dal sindaco Francesco Mastromauro utilizzando lo
strumento previsto dall’art. 1/quinquies del regolamento comunale
sulla democrazia partecipativa approvato nel 2012 insieme con
l’istituzione dei Comitati di quartiere.
“Una decisione certamente sollecitata dalla richiesta dei due presidenti
dei Comitati di quartiere Lido e Annunziata, che ringrazio”, dice il
sindaco, “ma che avevo già maturato e comunque conforme alla mia volontà
di illustrare come è stata ottenuta, grazie al nostro impegno, la
riqualificazione di un’area di circa 8 ettari abbandonata per decenni.
Tanto più che nelle ultime settimane ho constatato come molti degli
interventi relativi all’area Ex Sadam abbiano evidenziato una scarsa
conoscenza della questione sia in punto urbanistico che amministrativo.
Per cui nell’assemblea ci sarà modo di chiarire innanzitutto un
aspetto che in alcuni degli interventi che ho letto in questi giorni non
viene evidenziato e in altri addirittura sottaciuto. Si tratta,
specificamente, del futuro di quell’area e dell’altra
immediatamente a sud, cioè l’ex Foma, per una estensione complessiva
di 8 ettari circa. Ebbene il Consiglio comunale nel giugno 2010 ne approvò
il piano di recupero per cui nel 2012 venne sottoscritta la convenzione
fra l’amministrazione comunale e la proprietà. E ciò, va ricordato, al
termine di un lungo dibattito durato ben dieci anni, coinvolgendo la
città, la commissione consiliare ed il consiglio, che ha quindi consentito
di dare finalmente avvio dapprima alla bonifica ambientale e, quindi, al
rilancio di una porzione di territorio strategica per la città, essendo al
centro del Lido e a cuscinetto fra la strada ferrata e il lungomare sud,
abbandonata a discarica per decenni. Una area urbana che diventerà un
nuovo e moderno quartiere il cui 50% sarà destinato a verde attrezzato.
Ricordo, peraltro, che in forza di tali decisioni consiliari la proprietà
dell’area ex Sadam, dopo aver bonificato l’area, ha già realizzato
il 1° lotto, mentre su quella dell’ex Foma, dopo la bonifica
dell’area, si inizierà in autunno a costruire. Oggi, quindi”, prosegue
Mastromauro, “non si tratta di ‘discutere, decidere o scegliere’
nulla sul futuro di quel pezzo di città perché il dibattito si è già
sviluppato in città a partire dall’inizio del secolo e la conseguente
decisione è stata già assunta dagli organismi democratici a ciò deputati,
da ultimo con delibera del Consiglio Comunale del giugno 2010, cioè più di
8 anni fa. Si tratta, al più, solo di valutare ed eventualmente approvare,
quando gli uffici avranno completato l’iter tecnico preliminare e
previo esame che porterò all’attenzione della Commissione urbanistica
e quindi del Consiglio comunale, una “variante migliorativa” per
la Città che riguarda i lotti ancora da realizzare del piano di recupero
Ex Sadam approvato definitivamente, lo sottolineo nuovamente, nel giugno
2010 dal Consiglio comunale, e riguardante esclusivamente due aspetti. Il
primo è la rinuncia della proprietà alla realizzazione del cosiddetto
“Grattacielo” di 47 metri e ai relativi volumi. Il secondo aspetto
concerne l’impossibilità tecnica, attestata da una perizia di 70
pagine e confermata dai tecnici comunali, di procedere con il recupero
dello scheletro dell’edificio industriale perché pericoloso e già
oggetto di diversi distacchi di materiale edilizio. Da cui
l’autorizzazione per il suo abbattimento così da realizzare una nuova
struttura, in linea con le norme antisismiche, in cui ubicare la farmacia
comunale e il teatro di 450 posti a fruizione pubblica che, va
sottolineato, Giulianova non ha mai avuto essendo il Cine-Teatro Ariston
privato. Quindi, contrariamente a quanto affermato da qualcuno”, dice
ancora il sindaco, “non c’è nessun baratto con nessuno. Al contrario
ci siamo confrontati con il privato per ottenere che rinunciasse a
realizzare cubature già autorizzate e per migliorare lo strumento
attuativo adeguandolo alle esigenze tecniche sopravvenute in modo da
accelerare la realizzazione delle opere rimanenti a fruizione pubblica,
rimodulandone la tempistica. Che, lo ricordo ai ‘distratti’,
prevede per la città: un teatro da 450 posti; una piazza di 4.800 metri
quadrati fronte Teatro, via Trieste e via Sardegna; un locale di 150 metri
dove ubicare la farmacia comunale; la riqualificazione delle vie Trieste e
Sardegna con i 790 mila euro di plusvalore che la proprietà deve versare
al Comune; il 50% dell’area adibita a verde pubblico attrezzato,
omogeneamente e in continuità con quanto verrà realizzato nell’area Ex
Foma; la pista ciclabile, e tanto altro ancora. Tutti risultati – conclude
il sindaco – già acquisiti per il bene pubblico e che non sono in alcun
modo trattabili come ho avuto modo di spiegare alla proprietà presenti
pure i rappresentanti dei gruppi consiliari di maggioranza e del
presidente della Commissione urbanistica in almeno tre riunioni in
Municipio. Da ultimo lo scorso 7 agosto. In quella sede, peraltro, ho
anche ribadito alla proprietà che non ho nessuna intenzione di
confrontarmi e neppure di parlare della proposta di destinare a parcheggio
parte della piazza di 4.800 metri quadri da realizzare su via Trieste,
dinanzi al Teatro. Questi – conclude Mastromauro – sono i fatti oggettivi,
sulla scorta, ripeto, del piano di recupero approvato dal consiglio
comunale nel 2010 e della conseguente convenzione sottoscritta nel 2012 in
forza della quale è stata prevista, come in tutte le altre ripassate fra
l’ente e il privato, il rilascio di una fideiussione a garanzia della
realizzazione delle opere pubbliche dianzi ricordate a carico
dell’attuatore del piano di recupero. È chiaro che detta fideiussione
verrà escussa solo nel caso di inadempienza da parte del privato. Ma
contrariamente a quanto sostiene qualcuno che è intervenuto in questi
giorni sulla vicenda, ritengo che l’amministratore-buon padre di
famiglia debba farsi parte diligente per risolvere i problemi della città
interloquendo con chi, come nel caso che ci occupa, deve attuare lo
strumento urbanistico realizzando gli interventi a vantaggio della
comunità che in esso sono previsti. Riservandosi, solo quale estrema
ratio, lo strumento della controversia legale (con la escussione
fideiussoria) che rischierebbe di bloccare per altri 20 anni lo sviluppo
di quell’area, la realizzazione del teatro, la riqualificazione delle
vie Trieste e Sardegna ma, soprattutto, di un nuovo e moderno quartiere
immerso nel verde e a due passi dell’Adriatico al posto di quello che
per decenni è stato una indecorosa discarica che faceva da
“cartolina” a tutti coloro che a bordo di un treno hanno
attraversato la nostra città. A questo ho lavorato con impegno e dedizione
per almeno un decennio insieme ai miei collaboratori e non permetterò ad
alcuno di vanificare e rovinare una delle più importanti conquiste che la
città ha ottenuto negli ultimi decenni”.