DA MONTORIO AL VOMANO AL VATICANO I 65 ANNI DI RENZO PANZONE

 

 

Oggi compie 65 anni Renzo Panzone, illustre personaggio montoriese tanto bravo quanto schivo e modesto, che non ha mai amato stare sotto i riflettori. È nato, infatti, il 14 dicembre 1953 al civico 1 di via della Speranza, nel popoloso quartiere di S. Filippo Neri, dai compianti Fioravante e Ida Malizia. Dopo la maturità, conseguita nel Liceo Classico Statale “Melchiorre Dèlfico” di Teramo, si iscrive all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, al corso di laurea in Lingue e Letterature slave, con il polacco come lingua principale (approfondirà anche il russo, il rumeno, il tedesco, l’inglese, il francese e lo spagnolo e con buona conoscenza dell’ungherese, il portoghese, l’ebraico, l”arabo, il greco e il latino). Durante gli studi universitari, grazie ad alcune borse di studio del Ministero degli Affari Esteri, compie diversi viaggi in Polonia (Atenei di Varsavia e Lublino), che gli consentono di raccogliere materiale che sarà, nel 1977, l’argomento della sua tesi di laurea. Nel frattempo, il 16 ottobre 1978, sale al soglio pontificio Karol Józef Wojtyła e Panzone ha la possibilità di tradurre in italiano Il buon pastore (Roma, Edizioni Logos, 1978, con Elzbieta Cywiak), raccolta di scritti, discorsi e lettere pastorali del primo Papa polacco, che porterà il nostro conterraneo alla ribalta nazionale. Tra le altre pubblicazioni di Papa Giovanni Paolo II, tradotti dal poliglotta montoriese, meritano di essere ricordati Persona e atto, opera filosofica, e Fratello del nostro Dio e raggi di paternità, dramma dal quale è stato tratto anche un film, entrambi editi nel 1982 dalla Libreria Editrice Vaticana. Assolto il servizio militare, presso il Battaglione Alpini “L’Aquila”, nell’autunno del 1979 si trasferisce definitivamente a Roma, che per lui rappresenta «un vasto e utile osservatorio di umanità», dice. Nell’anno accademico 1980-1981 insegna grammatica russa all’Università degli Studi di Perugia. E nel dicembre del 1982 inizia a lavorare in Vaticano, presso il Pontificio Consiglio per la Cultura, istituto fondato dallo stesso Wojtyla. Qui presterà servizio fino al gennaio del 2014, anno che lo porterà alla meritata pensione. Nel dicastero della Santa Sede – a stretto contatto col Cardinale Gianfranco Ravasi – ha svolto varie attività: editing, gestione della biblioteca, interpretariato, traduzioni e corrispondenza con organismi, istituzioni, università e centri culturali di diversi Paesi del mondo. Ha una lunga collaborazione con la casa editrice romana Città Nuova, sia come traduttore da varie lingue in italiano, sia come correttore di bozze; inoltre, contemporaneamente, ha tradotto per Mondadori, Laterza, Enciclopedia Treccani, Vita e Pensiero e  Studium; è membro della Fondazione Romana Marchesa Umiastowska, centro culturale di studi polacchi, dove ha curato la pubblicazione del libro Italia e Polonia. Storia – Cultura – Amicizia (Roma, 2009). Suoi contributi sono apparsi anche su “Polonia Wloska”, bollettino di informazione dei Polacchi residenti in Italia.

Attaccato alla sua terra natia dove periodicamente torna – e da buon montoriese – si è sempre interessato anche alla cultura del proprio paese. Ha scritto le prefazioni per svariati libri di autori locali. Suoi articoli sono stati pubblicati su Il Paese, In Comune (periodici montoriesi), L’Araldo Abruzzese, La Gazzetta di Teramo, Il Messaggero Abruzzo, e Il Tempo Abruzzo. Ama scrivere poesie, racconti e soprattutto testi comici (lavori rimasti ancora nel cassetto, inediti); da ragazzo una sua commedia teatrale in dialetto montoriese, dal titolo Li rabbutte (uomini dal corpo tozzo come i rospi), venne rappresentata nel teatrino parrocchiale dell’allora Azione Cattolica di Montorio al Vomano, durante il Carnevale del 1976.

Renzo Panzone è anche musicista: suona il pianoforte e l’organo e, nel 1973, diede vita a Montorio al Coro di voci bianche della chiesa di San Filippo Neri, formato da 25 elementi. Ora, con la pensione, ha ripreso seriamente i suoi studi musicali. A sessantacinque anni, rispolverando una vecchia passione, inizia una nuova fase della sua vita… la musica.

Pietro Serrani

Pubblicato sul quotidiano teramano “La Città” del 14.12.2018