SE QUESTO E’ UN PARTITO
Scomodare un grande uomo come Primo Levi, parafrasandone l’opera, per delle vicende locali di basso cabotaggio, potrebbe suonare irriverente e persino irrispettoso. In realtà, l’interrogativo sotteso a questa considerazione è degno di una riflessione collettiva, di un esame di coscienza comunitario che prenda le mosse dalle azioni dei singoli affinché risvegli le coscienze di molti.
In tanti mi hanno chiesto di commentare in questi giorni la vicenda del BIM, che, pur riguardandomi personalmente, non riesce a forzare lo sguardo d’insieme su quanto accade all’interno della mia comunità politica, escludendo qualunque forma di accanimento.
La prima cosa che intendo fare è ringraziare, per aver avuto una straordinaria esperienza amministrativa, un’opportunità incredibile per mettere a frutto le idee maturate, in un contesto territoriale che raggruppa più di metà dell’intera provincia, nonché all’interno di un livello nazionale diffuso, che mi ha consentito confronto e crescita formativa politica.
Voglio dire grazie a tutti i miei collaboratori, ai dipendenti del Consorzio, che con quotidiana abnegazione portano avanti un lavoro silente, umile e particolarmente efficace nei confronti delle amministrazioni e dei cittadini, nonché ai ventisei Sindaci del comprensorio, che mi hanno consentito di rappresentarli con onore, orgoglio e pluralità.
“E pluribus unum”: il Partito Democratico avrebbe dovuto incarnare la prosecuzione di grandi tradizioni democratiche e popolari nella storia del nostro paese, eppure, alla prova dei fatti è arrivato con il fiato corto del peggior correntismo, che oggi mina alla base la realizzazione di progetti di più ampio respiro.
A Teramo, in maniera particolare, questo gusto macabro, risulta inveterato nel tempo. La storia recente di questo Partito a livello locale, racconta di un’emorragia cronica di iscritti e militanti, un’anemia perniciosa che ha reso esangue il partito di massa che per anni ha saputo svolgere, nella fisiologica alternanza, ruoli di governo e di opposizione, con la stessa importante valenza educativa nei confronti della comunità, perché si può anche perdere, ma non eludere l’idea di essere insieme, dalla parte giusta.
Questo senso di giustezza e non di giustizia, ha allontanato le migliori figure, lo dimostra il fatto che poi abbiano avuto i loro riconoscimenti stando al di fuori di questi recinti, ha declinato sconfitte pesanti, storiche per alcuni comuni dove si sono verificate, ha portato a figuracce imbarazzanti, a perdite totali di linearità e coerenza, che risultano assolutamente inconcepibili da quell’ormai famigerata “base” di cui spesso ci si riempie la bocca artatamente.
Ad onor del vero, la vicenda del BIM, non è che l’ultima di una sequela di azioni spudorate, in cui piccoli uomini decidono di giocare con piccoli poteri, uno schiaffo all’intera comunità di donne e uomini che quotidianamente cercano di portare avanti un messaggio diverso e si trovano schiacciati dalle decisioni personalistiche di chi dovrebbe rappresentarli, uno sberleffo a chi sta disperatamente tentando di eseguire un progetto innovativo per l’intera regione.
Ci sarà anche il tempo dell’analisi politica di quanto accaduto e sta accadendo, ci sarà modo di confrontare posizioni, forzature, marcare differenze e sollevare distinguo che stimolino la riflessione dei cittadini, ma non sarà oggi, poiché oggi è il tempo di mettersi in silenzio al servizio di un progetto più ampio e soprattutto rivolto al nostro comune futuro di abruzzesi.
Rilancio dunque con forza il campo largo ed innovativo proposto da Giovanni Legnini, ribadisco il mio impegno come faccio con coerenza da anni, sicuro che esistono tempi, modi e luoghi di discussione assolutamente opportuni, in cui la mia voce sarà al servizio delle idee.
La Politica è altro ed alto, non nasce e non muore per mano dei singoli, ma cresce nel rispetto di tutti.
Moreno Fieni |