Cultura & Società

LETTESI IN PARLAMENTO DALL’UNITA’ D’ITALIA AD OGGI

 

Sabato 9 marzo alle ore 17.00 presso il Centro Informazioni Parco Nazionale della Majella in Largo Assunta a Lettomanoppello ci sarà la presentazione di una ricerca storica sull’On. Giovanni De Sanctis di Lettomanoppello, personaggio risorgimentale, patriota, politico, fine oratore e deputato nel primo Parlamento del Regno d’Italia.

Gli storici Sandra Di Felice e Loris Di Giovanni, con l’ausilio di un proiettore, ripercorreranno le gesta della famiglia De Sanctis attraverso documenti di archivio, fotografie, articoli di giornale, e libri dell’epoca.

Giovanni De Sanctis nacque nel 1809 da Giacinto De Sanctis, Regio Giudice del Regno di Napoli, e da Maria Scurci, figlia del notaio Gabriele Scurci di Manoppello. Zio di Augusto Pierantoni, già Deputato e Senatore del Regno d’Italia, che nel 1904 ritirò il Premio Nobel per la Pace in qualità di presidente dell’Institut De Droit International di Gand (Belgio).

Partecipò ai moti di Penne nel 1837 e de L’Aquila nel 1841. Nel 1848, chiamato dal voto popolare al comando della milizia cittadina con il grado di capitano, contribuì con la sua fermezza a sedare le reazioni ordite dalla camarilla di Corte.

Nel febbraio del 1853, i mazziniani tentarono a Milano una riscossa e molti uomini d’azione rinchiusi nelle carceri della fortezza di Pescara, cospirarono per poter prendere il forte e marciare armati sul Macerone. Erano riusciti a convincere alcuni ufficiali del 1° Reggimento, quando un traditore li denunciò al generale Pianell, il quale fece rapporto al governo generale. Venne istruito così un intrigato processo in cui figurava anche il nome del De Sanctis. Egli ne uscì illeso, ma decise di presentarsi al consiglio di guerra a Pescara in qualità di avvocato difensore. La causa durò poco meno di tre anni e, contro ogni aspettativa, si concluse con la pronunzia di “non consta” nei confronti degli imputati tra cui spiccava il nome di Clemente De Caesaris. Questo smacco nei confronti del Governo non passò impunito. Infatti al De Sanctis vennero raddoppiate le persecuzioni e fu in seguito imprigionato e mandato a domicilio coatto prima a Caramanico e poi a Tollo.

Nel 1860 rifiutò la carica di prodittatore che gli era stata offerta, accettando invece la nomina di presidente della società patriottica e di quella degli operai. Venne inoltre nominato Maggiore della Guardia Nazionale, a capo della quale si distinse nel combattere il brigantaggio. Per tale impegno il 12 marzo 1863 venne decorato Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Nel 1861 venne eletto deputato al Parlamento del Regno d’Italia – VIII Legislatura – nel Collegio di Chieti. Al primo scrutinio, intervennero 414 elettori su 927, dei quali 145 votarono a favore del De Sanctis, 200 a favore di Giuseppe Pisanelli, 64 voti andarono dispersi e 5 furono dichiarati nulli. Al ballottaggio che ne seguì, su 445 votanti, De Sanctis vinse con 252 voti contro i 208 del Pisanelli, e fu proclamato eletto.

Sedette in Parlamento che era ormai un uomo avanti con l’età , ma ancora saldo nella fede politica. Sedeva a sinistra tra il Biofferio e il Beltrani ed era apprezzato per il carattere e la dottrina. Mentre si preparava ai primi discorsi in aula, cadde gravemente malato. Fu accudito per tre mesi nella casa nel nipote Augusto Pierantoni a Torino. Appena la malattia gli diede un po’ di tregua, tornò a Chieti.

Provò nuovamente a candidarsi per un seggio in Parlamento nel 1865, ma fu sconfitto da Raffaele Mezzanotte.

Porteranno i saluti dell’Amministrazione Comunale il Sindaco Giuseppe Esposito, il Vicesindaco ed Assessore alla Cultura Simone Romano D’Alfonso.

Le conclusioni saranno a cura del Senatore Luciano D’Alfonso.

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