In rilievo, Ricordi di guerra, Tipi giuliesi

Giulianova. Saverio Giuseppe Pasquale Sechini, giornalista e politico

di Walter De Berardinis
Saverio Giuseppe Pasquale Sechini, Zio di mia nonna materna Barbara Cordone. Nasce alle ore 08:46, del 29 maggio 1887, nella casa posta sul colle “Magnone”, in contrada “Cantalupa”, nella frazione di “Grasciano” di Notaresco (TE), da Vincenzo (originario di Giulianova) e Giovanna Vagnozzi (originaria di Notaresco). Aveva due sorelle, Beatrice e Erminia Maria Francesca (la mia Bisnonna materna sposata con Alessandro Cordone di Mosciano) e tre fratelli: Silvio Paolo, Samuele Giulio e Silverio Domenico Concetto (Don Concezio). La madre morì giovanissima e il padre si risposò con Rosaria Faloni trasferendosi a Giulianova. Entrato in seminario a Teramo insieme al fratello Concezio, decide di proseguire gli studi a Roma dove si laurea in Lettere ed in seguito a Macerata in Giurisprudenza. Fin dall’età ginnasiale inizia l’attività di giornalista con “Il Giornale D’Italia”, “l’Azione” di Genova”, “Popolo”, “Il Mattino”. Ma anche con testate regionali: “L’Idea Abruzzese”, “L’Adriatico degli Abruzzi”, “Il Popolo Abruzzese”, “Il Risorgimento D’Abruzzo e Molise”, “L’Araldo Abruzzese” e “La Difesa Del Popolo”. Decano dei giornalisti abruzzesi, dal 1946 al 1959, fu Presidente dell’Associazione pescarese della Stampa. il 12 maggio 1962, dalle mani del Prefetto di Pescara, il Dott. Castelucci, gli fu consegnata la medaglia d’oro per la pluridecennale attività giornalistica, conferitagli dall’Associazione nazionale della stampa. Nel 1912 a Teramo si sposa con Sofia Canzanese, figlia di un disegnatore orafo e una maestra, dall’unione nascono due figlie: Carmen Sylva (Teramo, 16 ottobre 1916) e Soave (Giulianova, 14 novembre 1918). La famiglia rimane a Giulianova fino al 1927, dove alloggerà in un elegante villino sul lungomare della città. A Giulianova insegna nel Regio Istituto Industriale “Raffaello Pagliaccetti” materie letterarie, finché non chiede il trasferimento prima a Chieti nel 1927 e negli anni ’30 a Pescara. Diventa insegnante e Preside al Regio Istituto Tecnico Commerciale “Tito Acerbo” e all’istituto Magistrale di Roseto Degli Abruzzi. Il prof. Sechini, amante della poesia, nell’aprile del 1913 pubblica in una collettanea a Parigi diverse sue opere. Mentre in Italia esce: “Il Trittico dei Fiori”, nel 1915 e 1916; “I Sonetti di Ele”, 1914 e 1924; “Per le belle nozze”, nel 1927. Altra passione vera per il giovane notareschino sarà la politica. Il 20 marzo 1920 a Giulianova, insieme al commerciante di legnami Francesco Iaconi, rappresenteranno il partito Popolare di Sturzo. Nelle elezioni dell’ottobre 1920 vengono entrambi eletti al consiglio comunale con Sindaco il Dott. Giuseppe De Bartolomei. Nel 1924 si candida alle politiche senza essere eletto. Nel 1926, dopo la legge per la soppressione dei partiti, diventa fiduciario mandamentale del Sindacato Fascisti Coloni e Mezzadri. Ma il Sechini, osteggiato dall’ala più dura del partito, decide di trasferissi a Pescara. Durante i bombardamenti del 1943-1944 sulla città adriatica si rifugia a Castellalto. Nel 1945, insieme all’Avv. Giuseppe Spataro, fonda la DC e diventa primo Segretario Provinciale, e nello stesso anno viene cooptato come deputato (uno dei 440) alla Consulta nazionale del Regno d’Italia (25 settembre 1945 – 2 giugno 1946) in quota DC. Terminato l’impegno nazionale, si dedica alla sua città come consigliere di minoranza in quota DC, e dopo la vittoria alle comunali del 1956, Assessore ai Lavori Pubblici fino alla sua morte avvenuta il 25 agosto 1963, all’età di 76anni. Alcune notizie politiche sono state tratte dal mio rapporto epistolare con l’On. Remo Gaspari. #unitiperlapatria
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