Bellante. Vincenzo James DeBerardinis, cugino carnale di nonno Giovanni.
Vincenzo (James negli USA) De Berardinis (cambierà il cognome in Di Berardino in Italia e DiBerardinis in USA), cugino di 1° grado di mio nonno paterno Giovanni. Nasce in contrada “Collemoro” (in una delle masserie della famiglia Tattoni) di Bellante, il 20 luglio 1881, alle ore 02:00, da Giuseppe (Sant’Omero, 26 aprile 1853, figlio di Giovanni (registrato con il cognome Di Berardino)) e Teresa Cardelli (Corropoli, 1856; figlia di Domenico e Palmarosa Di Diodoro). Sarà registrato all’anagrafe lo stesso giorno da Giandomenico Tacchetti, Assessore facente funzioni per il Sindaco assente, alla presenza dei testimoni: il 38enne Orazio Pedicone e il 37enne Gennaro Pedicone, entrambi agricoltori del posto. Vincenzo era il 1° di 6 figli, gli altri erano: Filippo (Bellante, 7 febbraio 1883. Il 24 agosto 1903, con sentenza del Tribunale civile di Teramo, poi trascritto sull’atto di nascita originale il 21 maggio 1904, cambierà cognome in Di Berardino); Emidio (Bellante, 17 ottobre 1884, anche lui cambierà cognome, muore a Downingtown (USA), 1978); Ferdinando (Bellante, 23 luglio 1888 – grande invalido di guerra (già ricoverato nell’ospedale da campo 222 nel 1917) – morirà il 13 gennaio 1925 a Bellante; il cugino Carlo, stessa classe di nascita, morirà nel settembre 1917 in trentino, anche lui cambierà il cognome); Mariadomenica (Bellante, 18 dicembre 1892, non cambierà il cognome) e Gabriele (Bellante, 9 febbraio 1895, anche lui cambierà il cognome). Il 4 luglio 1904 (già residente con la famiglia a Selva Piana di Mosciano Sant’Angelo, masseria Savini) viene giudicato abile al servizio di leva dal distretto militare di Teramo e il 5 dicembre 1901 viene chiamato alle armi, due giorni dopo viene rinviato a casa per motivi amministrativi con l’obbligo di espletare il servizio di leva di due anni. Il 12 marzo 1902 viene richiamato alle armi e il 22 marzo viene inquadrato nel 7° Reggimento Alpini “Ceva” (con nappina bianca). Il 10 settembre 1903 viene congedato. Il 5 aprile 1907 ottiene il passaporto per l’America e il 26 maggio parte dal porto di Napoli con la “Nord America” (costruita dalla “John Elder & Company” di Glasgow, in Scozia nel 1882, chiamata “Stirling Castle”, battente bandiera inglese per conto della compagnia di navigazione “Thomas Skinner & Company”; l’anno successivo fu acquistata da una compagnia italiana e ribattezzata “Nord America”. Fu demolita in Italia nel 1911), sbarca a New York il 10 giugno. Vincenzo raggiunge l’altro cugino Antonio e Giuseppe, poi in seguito sarà raggiunto anche dal fratello Emidio, nella città di Downingtown. Intanto conosce e sposa Filomena Di Luigi (Campli, 7 maggio 1889 / Valley, 1 agosto 1951; era arrivata a New York il 2 gennaio 1909 con il papà Domenico, la mamma Grazia o Grace Capolli e i fratelli Guido, Antonio e Albina), dalla loro unione nascono 5 figli: Ada (1910 – 8 ottobre 1918, morirà di polmonite); Oscar (Downingtown, 16 luglio 1912 – Downingtown, 24 agosto 1990); Enio o Ennio (Downingtown, 21 febbraio 1914 – Downingtown, 15 aprile 1990), Irma (Downingtown, 23 agosto 1915 – Downingtown, 18 marzo 1992) e Domenico o Domenic (Downingtown, 1919 – Downingtown, 22 novembre 2018); tutti con il cognome DiBerardinis. Intanto in Italia, il 15 giugno 1910, viene trasferito d’ufficio nel 7° Reggimento Alpini. Il 6 febbraio 1913 viene dispensato dal servizio d’istruzione perché all’estero con regolare passaporto e il 31 dicembre 1914 destinato alla Milizia Territoriale. Allo scoppio della 1° Guerra Mondiale viene richiamato alle armi il 23 maggio 1915 e il 6 settembre viene dichiarato disertore. Il 31 dicembre viene denunciato al Tribunale militare di Ancona e il 24 settembre 1929 arriva l’amnistia dal Tribunale Militare di Bari. Muore all’età di 91 anni a Downingtown nel 1972. Oggi è sepolto, con il nome di James, insieme alla moglie Filomena o Philamena e alla prima figlia Ada (con la data sbagliata, 1908 al posto del 1910) nel “Saint Joseph Cemetery” di Downingtown, contea di Chester, nello Stato della Pennsylvania (USA). #unitiperlapatria Un sentito grazie a
per le foto di Philomena Di Luigi