Dopodomani, mercoledì 26 giugno, la 30esima edizione di Alternativa Cinema, rassegna d’essai della multisala Smeraldo di Teramo curata da Anna Fusaro, si conclude proponendo “L’Alfabeto di Peter Greenaway” (2017, durata 68’). Si tratta di un poetico documentario sul grande regista britannico ideato e diretto dalla moglie, l’artista multimediale olandese Saskia Boddeke, con le musiche originali del compositore e interprete teramano Luca D’Alberto.
Proiezioni alle 18.00 e alle 21.30. Biglietto 5 euro. Info: 0861 415778, www.smeraldocinema.it.
«Art is life and life is art» è il motto del pittore, regista e sceneggiatore gallese Peter Greenaway (1942), autore fra i più visionari, intellettuali, eclettici: da “I misteri del giardino di Compton House” a “Goltzius and the Pelican Company” e “Eisenstein in Messico”, passando per “Lo zoo di Venere”, “Giochi nell’acqua”, “Il ventre dell’architetto”, “Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante”, “L’ultima Tempesta”, “I racconti del cuscino”, “Nightwatching” (su Rembrandt).
L’artista Saskia Boddeke si mette dietro alla macchina da presa per raccontare il marito. Creatività e poetica di Greenaway sono incorniciate in una conversazione con la figlia 17enne Zoë, detta Pip, che in un ironico dialogo col padre organizza in ordine alfabetico, come in un dizionario, il punto di vista paterno sulla vita e sull’arte. “A come Amsterdam” dice Greenaway, “A come Autismo” lo incalza Pip.
Proiettato al Biografilm Festival di Bologna, “L’alfabeto di Peter Greenaway” fa riflettere sul significato profondo della creazione artistica e sul rapporto tra vita e morte.
“Un documentario che vorrebbe ricostruire l’universo, non solo poetico, del regista. Quale forma migliore, trattandosi del gallese, di un catalogo e del ricorso a voci in ordine alfabetico? Tentare di dare ordine al caos non è quanto sottende ogni suo film? Ma anche stavolta è il caos ad avere la meglio: l’alfaberto si interrompe prima della fine, ché la riflessione sulla morte sopraggiunge prima. Cosa sappiamo ora? Quello che il regista ci ha detto. Quanto è attendibile? Poco: mentire, per il maestro, è più di un mestiere. […]” (FilmTv)
“[…] Poi la struttura compilatoria del film si spezza per lasciare spazio a una maggiore libertà di racconto che consente alla regista di concentrarsi sul dialogo tra padre e figlia e riaffermare l’originalità del proprio sguardo oltre le ossessioni di Peter per le catalogazioni enciclopediche.” (Ciak)
Artista di levatura internazionale, il violista e compositore teramano Luca D’Alberto, classe 1983, pubblica i suoi album (“Endless”, “Exile”) con l’etichetta berlinese !K7, tiene concerti in tutta Europa, scrive musica per il teatro e per il cinema (per Michele Placido, Miguel Cohan, Pippo Delbono, Costanza Quatriglio, Alessio Boni) e per serie tv statunitensi (“Salvation”, “Weediquette”). Ha firmato le musiche degli spot ufficiali di Wimbledon e della Apple. È uno stretto collaboratore del Pina Bausch Tanztheater di Wüppertal. Richiesto da artisti e istituzioni di rilevanza planetaria, dal 2014 ha collaborato più volte con Saskia Boddeke e Peter Greenaway nelle loro grandiose creazioni multimediali per siti e festival prestigiosi. A Berlino (Museo Ebraico), Parigi (Fondazione Louis Vuitton), Sidney (Art Gallery of New South Wales), Spoleto (Festival dei Due Mondi) Luca D’Alberto ha composto le musiche per le installazioni della famosa coppia.