Grande è la devozione degli abruzzesi anche in Trentino per la “Santissima Trinità” e a raccontarlo è il presidente della Libera Associazione Abruzzesi del Trentino Alto Adige Sergio Paolo Sciullo della Rocca, terziario francescano, più volte ministro regionale dell’ordine francescano secolare. Il Santuario sito nella roccia del monte Autore sui Monti Simbruini a 1,337 m. si presenta ai pellegrini alla base di una parete verticale di oltre 300 m. E’ un eremo di origine molto antica, già vissuto da monaci orientali, come testimonia anche la rappresentazione bizantineggiante delle tre figure della Santissima Trinità nell’affresco del XII che vede il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo benedicenti con il pollice e l’anulare della mano destra. Foto di Asmodeo Rennes .La presenza di questi monaci orientali, c’è confermata anche da varie testimonianze presenti nell’eremo, dal monte sito davanti al Santuario chiamato Sion dai fedeli, dal vicino Comune abruzzese Cappadocia, che riporta il nome di una regione dell’oriente. Questo luogo vede da numerosi secoli la presenza di devoti abruzzesi provenienti dai vari paesi, rigorosamente in pellegrinaggio a piedi. La presenza di questa devozione si riscontra anche vedendo e leggendo le varie croci di ferro vicino al Santuario che sulla base o sulla stessa croce riportano il nome dei paesi devoti che le hanno donate “ad perpetuam rei memoriam”. Quest’anno i gruppi più numerosi giunti al Santuario sono stati quelli di Ortucchio, (con Danilo Gigli guida storica della Marsica che accompagna più gruppi nel corso dell’anno anche di altri paesi), Capistrello e Corvaro a cui si sono aggregati anche alcuni abruzzesi devoti del Trentino. Singolare l’organizzazione del pellegrinaggio della Parrocchia di Sant’Antonio di Capistrello accompagnato da Aldo Panizzi, tra l’altro priore della locale Confraternita, che ha condotto il gruppo sempre in preghiera per molti chilometri attraversando secolari boschi di faggio, sino a raggiungere il Santuario al cui ingresso è stato gridato per tre volte “Viva la Trinità” in ossequio delle antiche tradizioni. Il presidente Sciullo della Rocca si è complimentato con il priore Panizzi per il suo spirito autenticamente antoniano fatto di preghiera, rigore, organizzazione, affabilità e dolcezza d’animo. E’ bene ricordare che il dogma della “trinità” è la dottrina comune delle chiese, romana, ortodossa e riformate, esso afferma che Dio è uno solo e le tre persone sono tre aspetti della medesima divinità. Questo singolare luogo d’Italia dedicato alla venerazione della Santissima Trinità, lo si propone a tutti gli uomini di fede perché permette di vivere un cammino di preghiera a contatto con Dio e la natura.
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