GIULIANOVA – Giovedì 4, venerdì 5 e domenica 7 luglio alle 21.15, al Centro Socio Culturale in via Dei Pioppi all’Annunziata, andranno in scena i tre spettacoli di fine laboratorio “Progetto Teatrale Knà” per Giulia Eventi Estate 2019 VI Edizione, rispettivamente dei bambini, ragazzi ed adulti. La rassegna, con il patrocinio del Comune di Giulianova, è ad ingresso è gratuito.
I tre spettacoli sono il frutto di mesi di laboratori tenuti da Giuliana Cianci e Francescomaria Di Bonaventura dell’Associazione Culturale Knà.
Inoltre, bisogna ricordare, che quest’anno sono andati in scena con ben due spettacoli corali che hanno unito tutti gli attori dai più piccoli ai più grandi dell’Associazione, il primo “HAOHS” in occasione della “Giornata della memoria” sull’olocausto ed il “Quadro della meraviglie” di Miguel De Cervantes Saavedra.
Quest’anno il filo conduttore degli spettacoli finali sarà la surrealtà: “la surrealtà, come antidoto al logorio della vita frenetica”.
“LA CITTÀ ABBANDONATA” da Italo Calvino
Si parte giovedì 4 luglio con lo spettacolo liberamente tratto da “La città abbandonata”, breve capolavoro semi sconosciuto di Italo Calvino, datato 1978, messo in scena da bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado:
Antonio Branciaroli, Mattia Bonadduce , Stella Cappelletti, Giulia Caprioni, Luca De Santo, Luigi Di Bonaventura, Antonio Di Rocco, Giulia Grossi, Emanuele Liberati, Riccardo Liberato, Michel Manè, Sofia Morelli, Leonardo Moreno.
La piéce teatrale narra del destino di alcuni viaggiatori che si trovano, senza sapere come, in una città abbandonata, dove vi sono:
“Vie vuote a perdita d’occhio. Palazzi spalancati in cui rimbomba l’eco”.
Gli unici abitanti di questa città, continuano a vivere come se vi fosse ancora l’antico splendore d’un tempo, mentre tutto intorno cade a pezzi per via di un’antica disputa tra due fate, fata Cespugliosa, col potere sulla natura, e fata Altamura, col potere sulle metropoli. I viaggiatori si ritroveranno, loro malgrado, rapiti in questo surreale mondo. Una sottile ironia accompagnerà tutta la storia per suscitare divertimento e ilarità, ma anche riflessioni sul valore del nostro habitat che troppo spesso è preda di interessi di pochi che ne rovinano la bellezza .
“SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE” da Williamo Shakespeare
Venerdì 5 luglio sarà la volta dei ragazzi 14+ (un intruso) che affronteranno una commedia sull’amore, un capolavoro di William Shakespeare.
Edoardo Belisari, Federico Caprioni, Marco Ciabattoni, Martina Cirillo, Alba Curgo, Chiara Curgo, Luigi Di Bonaventura, Piera Di Bonaventura, Giorgia Di Donato, Serena Di Rocco, Caterina Granito, Alex Porciello
Mito, fiaba e quotidianità si susseguiranno freneticamente, al passo con l’energia e la freschezza dei giovani interpreti che vedremo in scena.
“Sogno di una notte di mezza estate” è un vero e proprio teorema sull’amore, questo sentimento così necessario e controverso, con le sue contraddizioni e i suoi misteri.
La trama principale si snoda attorno alle vicende amorose di Ermia e Lisandro, e di Elena e Demetrio, le cui avventure sentimentali sono complicate dall’entrata in scena di Oberon e Titania, re e regina delle fate che, servendosi di un folletto di nome Puck, creano scompiglio ai sentimenti degli amanti.
Un gruppo improbabile di “artigiani” colora la trama con interventi impacciati e esilaranti, ridicolizzando ancor di più il nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e si affannano per amarsi, che si cercano, si desiderano, litigano per riconciliarsi senza una spiegazione razionale.
Scritto tra il 1595 e il 1596 questa commedia, tra le prime scritte da Shakespeare, ci parla di un amore romantico beffeggiato ma non per questo, privo di significato.
“Se noi ombre vi abbiamo irritato non prendetela a male, ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia…noi altro non v’offrimmo che un sogno”.
“I 7 VIZI + 1 DI UBU” da Alfred Jarry
Un giorno di pausa per riordinare le idee (e le scenografie) e domenica 7 luglio alcuni strampalati personaggi popoleranno il palcoscenico del Centro Polivalente.
Con: Alessandro Caricola, Salvatore Citzia, Lorenzo Garbatini, Marco Nazionale, Michela Spinozzi, Davide Vagnozzi, Moira Vespasiani, Jacqueline Walsh.
Qui la surrealtà prende il sopravvento per parlarci di uno strano essere, Padre Ubu, dai modi rozzi e discutibili ma, nonostante questo, “Capitano dei Dragoni, officiale di fiducia di re Venceslao, decorato con l’ordine dell’aquila rossa di Polonia, ex re d’Aragona, conte di Sandomir” e della sua consorte, Madre Ubu.
I servitori e militari seguono costantemente i loro padroni, con una assurda assiduità e controversa adorazione che altro non è che un falso atteggiamento di convenienza per accattivarsi la benevolenza, ora di Padre Ubu, ora di Madre Ubu i quali non fanno altro che litigare e rimandare ad altri una responsabilità che non gli appartiene perché troppo impegnati a “guardarsi allo specchio”.
La coppia Ubu è viziosa, rancorosa, falsa e opportunista. I vizi sono la loro passione e durante la piéce ce ne parleranno i servitori che, tra una scena e l’altra, si alterneranno in monologhi tratti da altrettanti capolavori di autori come Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, Diego Fabbri, Mary Shelley, Molière, Anna Cappelli e…lo stesso Ubu, il quale fa incetta di ogni bene confiscato al popolo, dietro subdoli suggerimenti di Madre Ubu, assetata di potere.
“Mio mio, tutto mio…mio mio tutto me…mi sono fatto da me…me, me, me! Mio, mio, mio, è tutto mio! Me, me, me…”
Quando Alfred Jarry scrisse “Ubu Roi”, non era cominciato il secolo in cui dall’Occidente all’Oriente si susseguirono i più sanguinari dittatori della storia.
L’opera teatrale, scritta nel 1896, si ispira al “Macbeth” di Shakespeare, non meno tragica ma sicuramente più divertente e rivoluzionò la drammaturgia europea.