Per il terzo appuntamento della Dannunziana Estate al Museo d’Arte dello Splendore di Giulianova, il 10 agosto alle ore 21.15, è previsto un incontro sulla meravigliosa terrazza con Enrico Di Carlo, saggista e giornalista, autore di numerose pubblicazioni tra le quali D’Annunzio e l’enogastronomia della memoria.
Nella serata, D’Annunzio a tavola, Di Carlo racconterà del rapporto che Gabriele d’Annunzio ebbe con la gastronomia (in particolare, quella abruzzese) e con il vino. Si tratterà, in sostanza, di un viaggio all’interno di un Abruzzo le cui testimonianze dannunziane sono ancora oggi presenti. Lettere intime agli amici e alle amanti, pagine straordinarie di celebri romanzi e tragedie, raffinati articoli giornalistici faranno da “filo rosso” ad un percorso che nei sapori della Maiella (la “Montagna Madre” degli abruzzesi) e del mare Adriatico, trova occasione per rinsaldare un meraviglioso legame di sangue tra il poeta e la sua gente.
D’Annunzio non fu né un ghiottone, né un cuoco provetto, come amava far credere. Il viaggio della memoria si sviluppa attraverso sapori e cibi della cultura contadina, il ricordo dei quali risalda i vincoli d’affetto con la sua terra e la sua gente, come in alcuni sonetti dialettali, scritti in circostanze in cui la solitudine si fa più triste e avvolgente.
Il poeta si distinse anche nel rapporto con il vino. Astemio, anzi si professava “acquatile”, nel 1909 scrisse la prefazione al libro del giornalista tedesco Hans Barth, Osteria. Guida spirituale alle osterie d’Italia da Verona a Capri. Il libro, recentemente ripubblicato a cura di Enrico Di Carlo, con la prefazione del rettore dell’Università di Teramo, Dino Mastrocola, inaugura la letteratura di viaggio enogastronomico. Hans Barth (1862-1928) ripercorre la tradizione del Grand Tour (e dei viaggiatori tedeschi, in particolare), offrendo sia ai suoi connazionali sia agli stessi italiani, una diversa conoscenza del Bel Paese. Barth entra, infatti, nell’umile mondo delle osterie, descrivendo i vini che gli venivano serviti di luogo in luogo, i cui ricordi si confondono con quelli dei poeti antichi, dei monumenti classici, delle città immerse nella loro storia e delle ostesse dalle forme generose. Questi ambienti creano evidente contrasto con i salotti borghesi e aristocratici frequentati dal futuro Vate, ove, solo in qualche rara occasione notturna, si concedeva – a suo dire – del costosissimo champagne.
Al termine della serata un assaggio di Parrozzo e Aurum fresco.
Enrico Di Carlo (Chieti, 1960) è bibliotecario all’Università di Teramo, saggista e giornalista. Laureato in Lettere all’Università di Chieti, ha completato la sua formazione conseguendo due dottorati di ricerca. È deputato della Deputazione di Storia patria negli Abruzzi È autore di numerose indagini di interesse storico-letterario. Ha tenuto conferenze in importanti sedi istituzionali tra le quali si segnalano: Roma, Biblioteca Storica Nazionale dell’Agricoltura del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali; Budapest, Istituto Italiano di Cultura; Torino, Palazzo Lascaris, Sede del Consiglio Regionale del Piemonte; Torino, Salone Internazionale del Libro (XXVI e XXIX edizione); e Chieti, Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara.