Un catechismo massonico dei primi dell’Ottocento è tornato alla luce, dopo quasi due secoli, in un fondo dell’Archivio di Stato di Teramo tra le pagine di un antico processo a carico di un pianellese, Vincenzo Cipriani, al quale venne sequestrato nell’ottobre 1824 e che fu condannato a dieci anni di carcere per il reato di ‘conservazione sciente di oggetti Settarj ai termini dell’ articolo 10 del Decreto de ’22 settembre 1822′.
Gli storici Elso Simone Serpentini, Loris Di Giovanni e Roberto Carlini hanno condotto sul catechismo massonico uno studio approfondito, da più angolazioni e da diversi punti di vista, oltre che proceduto alla sua trascrizione integrale, in un libro intitolato “Il Manoscritto di Pianella”, edito da Artemia Nova Editrice in collaborazione con il Ce.S.S.M.A (Centro Ricerche Storiche per lo Studio della Massoneria Abruzzese). Il volume verrà presentato giovedì 3 ottobre alle ore 17.00 nell’Archivio di Stato in Via Cesare Battisti 55 a Teramo.
Dopo i saluti del direttore dell’Archivio, la dottoressa Carmela Di Giovannantonio, i tre autori con l’ausilio della proiezione di immagini, riveleranno i segreti dell’eccezionale documento storico, perfettamente conservato ed in quell’occasione visibile a tutti.
La straordinaria caratteristica del catechismo massonico ritrovato a Teramo è di essere manoscritto. Catechismi massonici a stampa sono alquanto comuni e ne sono apparsi diversi nei tre secoli di storia della Massoneria Italiana, ma quelli manoscritti sono estremamente rari e se ne contano ad oggi davvero pochi in Europa.
In un mondo in evoluzione sempre più rapida, dove si va così velocemente che ogni fenomeno diventa nel breve termine di qualche anno già obsoleto, è evidente che l’imperativo della memoria concerne non un obbligo morale del ricordo ma, molto fondamentalmente, un’ansia della perdita.
Una memoria che non vuol perdersi, che cerca tutti i mezzi per fermarsi, per divenire oggetto concreto, comunicabile ad altri, trasmissibile nel futuro. Una memoria conservata e consultabile negli Archivi di Stato.
Comprendere il linguaggio con cui il documento si esprime e le relazioni che lo legano agli altri è ciò che ci consente di comprendere l’archivio nel suo insieme e quindi anche di trovare ciò che uno cerca. È quello che è accaduto al dott. Roberto Carlini quando, scorrendo le carte processuali del fascicolo Cipriani, si è imbattuto in un piccolo libriccino di quarantanove pagine manoscritto. Sapeva bene il ricercatore che lo scoprire consiste semplicemente nel vedere ciò che tutti hanno visto e nel pensare ciò che nessuno ha pensato. Il passo successivo è stato quello di condividere la scoperta con Elso Simone Serpentini e Loris Di Giovanni, autori, appena pochi mesi prima, di una ricerca organica sull’argomento durata più di dieci anni, il volume ‘Storia della Massoneria in Abruzzo’. Due mesi di lavoro a sei mani e la scoperta si è trasformata in un libro.