Antonio D’Ascenzo, quando il destino ti perseguita.
di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova l’11 ottobre 1897, alle ore 11:00, nella casa posta in Via Cupa, al civico 55, dal 38enne Domenico e Maria Di Cesare. Lo stesso giorno sarà l’Assessore Apollo Caravelli a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: il 22enne, Luigi Petrini, servente e il 38enne, Giuseppe Di Giuliano, illuminatore.
Il 6 maggio 1916 viene giudicato idoneo al servizio militare dal distretto militare di Teramo e il 21 settembre viene chiamato alle armi. Il 14 ottobre viene destinato al 2° Reggimento Genio zappatori e il 5 gennaio 1917 arriva al fronte. Il 15 marzo entra nel 1° Reggimento Genio – 18° compagnia – zappatori. Il 12 febbraio 1918, mentre approntava una trincea sul Monte Busibollo, a quota 1157 (Alpe del Garda), una grossa pietra gli frattura la mano sinistra. L’8 aprile, per il riacutizzarsi della ferita, viene portato in ospedale per le cure del caso. Il 3 settembre rientra al corpo in prima linea fino alla fine dell’armistizio del 4 novembre. Il 4 dicembre parte dal fronte per rientrare nella sede di pace di Pavia, sempre con il 1° Reggimento Genio. Il 2 febbraio 1920, a Sesto San Giovanni (Milano), mentre si accingeva a rientrare in caserma, veniva investito mortalmente alle ore 17:00, dal tram della linea Monza-Milano nei pressi dell’unico rondò della città. Con un banale ed inspiegabile incidente tramviario, moriva all’età di 22anni, il soldato Antonio D’Ascenzo della 3° Centuria Genio Autonomo. Solo il 14 aprile arrivò la comunicazione della morte al Comune di Giulianova da parte dei colleghi di Sesto San Giovanni a firma del Segretario comunale, Antonio Barlassina e del medico del locale ospedale, Umberto Pesce.
Nonostante la buona volontà dell’amministrazione comunale dell’epoca, avendo trasmesso la scheda censimento di tutti i caduti giuliesi per realizzare l’Albo d’Oro dei militari italiani caduti della Grande Guerra, il Ministero della Guerra ritenne di non pubblicare il suo nominativo tra i caduti. Non comparirà neanche sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”. Dobbiamo aspettare il 2015, quando, in occasione del centenario della Grande Guerra a Giulianova, il suo nominativo viene pubblicato e ricordato per la prima volta sulla ristampa del libro “Quando c’era la Guerra” di Francesco Manocchia.
Tre le medaglie alla memoria per il giovane giuliese: guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con tre anni di campagna, 1916, 1917 e 1918; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918.
Anche con questo piccolo scritto spero di aver ricordato un altro soldato giuliese dimenticato. #unitiperlapatria