In rilievo, Ricordi di guerra, Tipi giuliesi

Giulianova. Flaviano Zenobli, il fante scudato

Flaviano Zenobli, il fante scudato. Nasce a Giulianova il 7 aprile 1881, alle ore 16:15, nella casa posta in Via Madonna, dal 41enne Sabatino e Maria Grazia Brecciara. Il giorno 11 verrà registrato dal Sindaco, Gaetano de Maulo e dai due testimoni: il 34enne guardia municipale, Girolamo De Benedictis e dal 34enne Enrico Iezzi. Il 3 luglio 1902 viene mandato rivedibile dal distretto militare di Teramo per debole costituzione. Il 23 marzo 1903 viene chiamato alle armi e inquadrato nel 76° Reggimento Fanteria – Brigata Napoli e il 12 settembre 1904 viene congedato nel deposito del Reggimento Genova a Teramo. Il 17 settembre 1905 convola a nozze con Vincenza Casaccia, la coppia avrà in seguito due figli: Splendora e Sabatino. Il 12 agosto 1910 e il 5 agosto 1913, viene richiamato per istruzione. Il 24 ottobre 1915 viene richiamato per lo scoppio della 1° Guerra Mondiale e il 24 novembre giunge all’11° Reggimento Fanteria – Brigata “Casale”.
Il battesimo di “fuoco” arriva con la 4° Battaglia dell’Isonzo (10 novembre – 5 dicembre). A metà novembre, dopo attacchi all’arma bianca, raggiungono quota 184, per le perdite subite la Brigata viene mandata a riposo. All’inizio del 1916, i due reggimenti, si preparano alla 5° Battaglia dell’Isonzo (11 – 15 marzo), purtroppo senza esiti per le avverse condizioni meteo. La 6° battaglia dell’Isonzo (battaglia di Gorizia / 6 – 17 agosto), dove muoiono altri due giuliesi, vengono attaccate le posizioni il “Calvario” e il “Podgora”, con discreti successi; nei giorni successivi la truppa oltrepassa l’Isonzo ed arriva nei pressi di Gorizia. Gli austriaci, in ritirata, si assestano sulle colline circostanti controllando tutto territorio dall’alto. La 7° battaglia dell’Isonzo (dal 14 al 18 settembre) non porterà grosse novità, ma inaugurò la nuova tattica del Generale Cadorna: “le spallate”, utilizzando grosse risorse di uomini e mezzi, fu una carneficina. L’8° battaglia dell’Isonzo (10-12 ottobre) si concluse tragicamente per Flaviano Zenobli. Il 10 ottobre, il comando supremo diede ordine di attaccare le postazioni nemiche, nonostante alcuni successi sul campo, le perdite furono pesanti (oltre 20.000 per l’Italia e il doppio per gli austroungarici), in uno di questi cruenti scontri, moriva all’età di 35anni, il giuliese Zenobli della compagnia “Scudati”, poi sepolto o lasciato sul campo del Veliki Kriback (ora Kribak sul Carso). La sua morte verrà redatta il 5 marzo 1919, nella sede di pace di Forlì, dal Tenente Arturo Acquarone ed inviata a Giulianova il 5 aprile.
Le tre medaglie alla memoria: ricordo dell’Unità d’Italia, Interalleata della Vittoria e campagna di guerra 1915 e 1916, non sono state trascritte sul foglio matricolare probabilmente per una svista. A Giulianova il suo nominativo è scolpito sulla lapide del Duomo di San Flaviano e trascritto nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”. #unitiperlapatria
Considerazione
A Flaviano e agli uomini che facevano parte dei plotoni scudati, vere compagnie della morte o uomini votati al suicidio (aprivano i varchi tra i reticolati) , gli alti comandi dovevano dare almeno una medaglia al Valor Militare d’ufficio. Per capire l’atmosfera dell’epoca, consiglio di vedere il film “antimilitarista”, Uomini contro
di Francesco Rosi, Italia-Jugoslavia, 1970.
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