I dati che vengono diffusi in Italia sono preoccupanti, ogni giorno di più, particolarmente in Lombardia, ma ormai tutte le regioni sono interessate. Anche in Abruzzo negli ultimi giorni, purtroppo, stanno aumentando i casi. L’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo è drammatica per il carico di dolore, di lutto, di sacrificio che porta con sé.
Duramente provati dalla crisi più grave che ha colpito l’Italia dal secondo dopoguerra in poi siamo tutti in attesa di buone notizie allo scadere dei 14 giorni partiti con il DPCM del 9 marzo quando furono disposte le misure di “ITALIA ZONA PROTETTA” che invitava a stare a casa il più possibile eccezion fatta per motivi strettamente legati al lavoro, alla salute e alle normali necessità, quali, per esempio, recarsi a fare la spesa. Ci auguriamo che i dati fra qualche giorno mostrino numeri in calo per incamminarci verso lo spegnimento dell’epidemia.
Nel frattempo, alla luce di quello che sta accadendo e dei suggerimenti degli esperti (infettivologi, immunologi, rianimatori, epidemiologi) pensiamo che qualche altro provvedimento possa aiutare a ottenere, in tempi più rapidi, migliori risultati:
- Tamponi a tutto il personale sanitario per la tutela della loro salute e per evitare ulteriore diffusione del contagio (considerato l’alto numero dei colpiti nel settore) e ai pazienti paucisintomatici.
- Mascherine chirurgiche da far indossare a tutti perché proteggano gli altri dai droplets (goccioline di saliva).
- Dispositivi di protezione (DPI) previsti per tutto il personale sanitario (ospedaliero e sul territorio) e per le Forze dell’Ordine, della Protezione Civile e della Croce Rossa.
- Rispetto rigoroso delle misure preventive nei luoghi di lavoro.
- Allestimento nella Regione Abruzzo di un numero congruo di posti di terapia intensiva – nella nostra regione sono veramente sottodimensionati – che tenga conto delle previsioni di sviluppo dell’epidemia nella nostra regione.
Infine ribadiamo che è davvero molto importante osservare da parte di tutti, con coscienza e responsabilità, le restrizioni in vigore in quanto sono essenziali per garantirci il fondamentale diritto alla vita e alla salute. Infatti il virus responsabile di questa tremenda epidemia ha bisogno, per sopravvivere, di passare da una persona malata o portatrice asintomatica ad una persona sana da infettare. Dunque solo un rigoroso distanziamento sociale può assestare il colpo decisivo al Covid-19 facendo spegnere l’epidemia. Ciascuno di noi, nessuno escluso, è chiamato, ora, a fare la propria parte per riconquistare al più presto il pieno dispiegarsi della vita.
Giulianova 22.03.2020
IL CITTADINO GOVERNANTE
associazione di cultura politica