In rilievo, Storie giuliesi

Giulianova. 1811: il “nostro” villaggio di Cologna a Montepagano

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 45.
di Sandro Galantini*
Giulianova era stata assai penalizzata dalla riforma napoleonica che aveva ridisegnato le circoscrizioni amministrative. Con decreto del 4 maggio 1811, infatti, recependo la proposta avanzata sin dal 10 novembre 1806 dall’Intendente di Teramo Pietro de Sterlich e a nulla valendo le tardive proteste dei sindaci Giuseppe Costantini e Francesco Ciafardoni, Giulianova perdeva dopo secoli di appartenenza il villaggio di Cologna, aggregato all’allora Comune di Montepagano con i suoi 506 residenti ed il relativo territorio compreso tra il limite sud del Tordino ed il torrente Borsacchio.
Il provvedimento rimescolava le carte relativamente alla divisione in quattro parti uguali, presa il 9 giugno 1809 dalla Commissione feudale, del demanio ecclesiastico Ss. Sette Fratelli e di quelli ex feudali di Filetto, Stucco e S. Salvatore a Bozzino. Quest’ultimo era articolato a sua volta in tre estensioni di terreno in possesso di Nicola Catalano, un napoletano la cui scarsa onestà sarebbe emersa in seguito, e tutte in agro di Cologna per diverse moggia, antica misura di superficie pari a poco più di 3.300 m. quadrati.
Il primo, di 127 moggia (67 delle quali incolte), confinava ad est con la strada pubblica ed il fosso, a nord e a ovest sempre col fosso e a sud con le proprietà delle famiglie giuliesi dei Nizza e dei de Bartolomei. Il secondo, di 67 moggia (27 delle quali incolte), era confinante ad est con le proprietà dell’arciconfraternita giuliese del Monte dei Morti, a nord con le proprietà del Real Demanio nonché dei Bonaduce e dei Montani (famiglia, questa, da cui discendeva mia nonna paterna), e a sud con i possessi degli Scialletti e di Pietro Delfico.
Il terzo infine, di 46 moggia (26 delle quali incolte), confinava a est col lido del mare, a nord con le proprietà dei giuliesi Trifoni, ad ovest e a sud con gli appezzamenti dei Delfico e del Real Demanio.
Oltre a questi, a Cologna esisteva un demanio ex feudale dei duchi d’Atri, le “defense”, cioè i terreni riservati ai pascoli degli Acquaviva. Esteso circa 200 moggia, 170 delle quali incolte, l’appezzamento confinava ad est con la spiaggia, a nord con le proprietà dei camplesi Palma e del Seminario di Teramo, ad ovest con la strada pubblica e a nord con i terreni dei Palma e dei giuliesi de Bartolomei, enfiteuti dei beni di S. Salvatore a Bozzino.
Su tutti questi terreni, c’è da aggiungere, i colognesi vantavano il diritto di pascolo.
Con decisione assunta l’11 novembre 1811 da Giuseppe de Thomasis, commissario del Re per la divisione dei demani, fatti salvi i diritti dei rispettivi possessori, tutte le rimanenti terre del demanio ecclesiastico di S. Salvatore a Bozzino e di quello ex feudale venivano divise in quattro parti uguali con l’eccedenza di ognuna assegnata al Comune di Montepagano.
*Storico e Giornalista
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