Giulianova. 75 anni fa terminava la tragedia della 2° Guerra Mondiale

di Walter DE BERARDINIS
Il 25 aprile di 75° anni fa terminava la tragedia della 2° Guerra Mondiale, finiva una guerra che aveva portato in 6 anni (1939/1945) morte e distruzione in tutta l’Europa, compreso la nostra Giulianova, già colpita dalla 1° Guerra Mondiale con circa 150 morti: nativi, residenti e ricoverati nell’Ospedale Civile diventato di “riserva”. Giulianova, nell’albo d’oro dei caduti della 2° Guerra Mondiale, conta circa 127 morti (nativi, residenti e uccisi nei combattimenti durante il passaggio dei tedeschi in ritirata), senza contare circa 50 civili (uomini, donne e bambini) morti nei pesanti bombardamenti che colpirono la città tra il 1943 e 1944. In questo, “macabro” conteggio, mancano i circa 30 militari (verifica in fase di ultimazione), morti nell’ospedale civile e in quello di riserva collocato nell’ex Colonia “Rosa Maltoni” al lido.

Monumento dedicato alla Resistenza a Giulianova

Il primo “banco” di prova per il Governo Fascista fu sicuramente la guerra (civile) di Spagna (1936/1939), qui molti giuliesi parteciparono, compreso un frate del Santuario come Cappellano Militare, a favore dei nazionalisti e altri giuliesi per i repubblicani. In entrambi gli schieramenti non si registrarono morti. Situazione diversa durante la guerra d’Etiopia (3 ottobre 1935 e 5 maggio 1936) e l’occupazione della Somalia e Eritrea, qui trovarono la morte diversi giuliesi: 5 in battaglia, uno per incidente automobilistico, un altro per fucilazione decretato dal Tribunale Militare di Guerra per diserzione e l’ultimo per affondamento della nave che lo portava in un campo di prigionia inglese in Sud Africa, morto davanti al canale del Madagascar divorato dagli squali.

Lapide alla memoria dei caduti del mare a Giulianova

Durante l’occupazione della Francia Meridionale, due sono i giuliesi che non torneranno a casa: uno morto in un campo di prigionia tedesco e l’altro nel bombardamento alleato della Corsica. Durante la “scellerata” campagna di Russia, prima con il Corpo di spedizione italiano in Russia o CSIR (estate 1941), poi con l’8° Armata italiana, chiamata anche ARMIR (luglio 1942 / marzo 1943), morirono 18 giuliesi, quasi tutti dispersi, solo qualcuno trovo un “degno” riposo in una fossa comune nei luoghi di prigionia.

Lapide per i caduti dell’aria a Giulianova

37 marinai giuliesi persero la vita durante tutta la guerra, quasi tutti riposano nel fondo del Mar Mediterraneo, Mar di Sardegna, Mare Adriatico, Canale di Sicilia e Mar Egeo, è sicuramente l’arma più colpita. Ho proposto una targa marmorea nominativa al porto di Giulianova. Durante la guerra in Africa Settentrionale (1940/1943), solo 4 giuliesi muoiono in combattimento, due a El Alamein e gli altri per malattia . In Albania, durante la guerra contro la Grecia (1940/1941), moriranno 5 in combattimento e 4 dopo l’8 settembre 1943 fucilati dai tedeschi. Nella Campagna di Grecia (1940/1941), due cadono in combattimento e 4 per mano tedesca dopo l’armistizio dell’8 settembre. Nella guerra al Regno di Jugoslavia cadono due giuliesi per mano dei partigiani titini, 3 in combattimento e uno per mano tedesca. In Germania, dopo l’8 settembre 1943, moriranno 9 nostri concittadini nei campi di prigionia IMI-Internati Militari Italiani (soldati del fronte balcanico), alcuni quasi alla fine del conflitto, 1945. In Austria, verranno ritrovati morti due giuliesi, entrambi lavoratori emigranti nella Germania di Hitler. In India morirà l’unico giuliese morto in un campo di prigionia inglese. Sul fronte interno, quello italiano, inizia la resa dei conti già dal settembre 1943. Alcuni giuliesi moriranno durante i bombardamenti aerei (da non confondere con i civili morti in città) e due militari di passaggio a Giulianova con le formazioni tedesche, vengono uccisi in combattimento. Uno verrà ucciso dai tedeschi a Giulianova (riconosciuto militare partigiano dopo la guerra). 4 aderenti alla RSI verranno uccisi dai partigiani in varie località italiane, uno di questi assassinato da mani ignote nella tarda primavera del 1945 a Bergamo. Negli anni successivi, tra il 1946 e il 1950, moriranno altri giuliesi per le gravi patologie riportate alla fine del conflitto. Vorrei ricordare, grazie alla segnalazione del prof. Elso Simone Serpentini, due ragazzi morti durante le fasi della liberazione della città, Ernesto Romani, 11anni e Pietro Scrivani, 18anni, entrambi investiti a Giulianova nel 1944 e 1945 da due camion anglo-americani (forse polacchi o inglesi). Per quest’ultimi due, dopo attenta verifica dei documenti, dedicherò una targa alla loro memoria. Riporto i numeri dei caduti per Arma: 7 caduti per l’aeronautica, 14 artiglieri, 1 aggregato alle formazioni tedesche, 7 autieri, 5 bersaglieri, 3 carabinieri, 28 fanteria, 1 GdF, 4 RSI, 37 marina, 3 mitraglieri, 4 operai militarizzati e 1 della sanità. Buon 25 aprile. Si ringrazia per il contributo e la collaborazione tutto il personale dell’Archivio di Stato di Teramo, in modo particolare Enrico Cannella, diretto dalla dott.ssa

Carmela Di Giovannantonio

. Alle famiglie che hanno perso questi figli dedico un pensiero personale per “Non Dimenticare”. Vi lascio con una frase di Cicerone: “la vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi”