Sarà l’Assessore Apollo Caravelli a registrare il bambino insieme ai due testimoni: il 39enne, Emidio Paolone e il 24enne, Alfonso Nespeca, contabile. Il 16 aprile 1912 viene giudicato idoneo dal distretto militare di Teramo. Il 16 agosto chiede ed ottiene il passaporto per New York e il 6 settembre s’imbarca da Napoli sulla “Konig Albert” e (costruita da “A/G Vulcan Shipyard” di Stettin, in Germania nel 1899, per 2.175 passeggeri (257 prima classe, 119 in seconda e 1799 in terza), di proprietà della Lloyd in Germania del Nord, con servizio da navale da Bremerhaven a Yokohama e dopo il 1903, da Bremerhaven a New York; successivamente al 1905 anche il servizio dal Mediterraneo per New York.
Allo scoppio della 1° Guerra Mondiale, viene requisito dalla Regia Marina Militare, cambiando nome in “Ferdinando Palasciano” (la più grande unità ospedaliera in mare). Alla fine della guerra fu trasferita alla Navigazione Generale Italiana Line, con il nome “Italia”, nel 1926 fu demolita a Genova) sbarca il 20 settembre a New York. Il 20 luglio 1913 viene chiamato alle armi ma non si presenta perché all’estero. Il 1 giugno 1915, all’indomani dello scoppio della Grande Guerra non si presenta, ma il 4 agosto, rientrato nel Regno, si presenta al distretto militare di Teramo. Il 5 agosto viene destinato al 13° Reggimento Fanteria – Brigata Pinerolo, nella sede de L’Aquila. Partecipa alla 2° battaglia dell’Isonzo (dal 18 luglio al 3 agosto) e alla 3° battaglia dell’Isonzo (dal 18 ottobre al 4 novembre 1915). Per l’indebolimento della Brigata “Acqui”, il fante D’Ascanio, viene inviato con altri al 18° Reggimento Fanteria – 8° compagnia e il 21 marzo 1916 torna in prima linea per difendere la zona di Selz, con pesanti perdite. Nella notte tra il 21 e il 22 aprile viene dato l’ordine alla 5° compagnia del 18° di prepararsi all’attacco, ma dalle baracche partirono urla di contestazione e si udirono degli spari, il Comandante della Brigata, il Colonnello Benedetto Ruggieri, intervenne pesantemente, nonostante i 4 soldati furono disarmati, tre furono fucilati sul posto (il 4 soldato fuggì o non fu fucilato). I tre uomini uccisi erano gli stessi commilitoni con cui D’Ascanio aveva combattuto nella “Pinerolo”, poi trasferiti il 26 marzo. Alle 14,40, mentre attaccava una trincea in località “Cave di Selz” (Alpi Giulie-Isonzo-basso Friuli), il fante D’Ascanio veniva colpito mortalmente da una pallottola nemica e successivamente sepolto sul posto. Sarà il Tenente Giulio Cardone (originario di Chieti, fu promosso nel 1925 Capitano) a trascrivere l’atto di morte con i seguenti testimoni: il Sergente Modesto Fanfarillo, il Sottotenente Francesco Struppa e il Comandante Colonello, Benedetto Ruggieri (concluderà la carriera come Generale di Brigata e il 1 marzo 1925 diventerà Giudice effettivo del Tribunale Supremo Militare). Il 20 giugno, dopo pochi mesi dalla sua morte, arriverà a Giulianova la notizia ufficiale della sua morte.