Giulianova. La lapide rimossa dedicata al Re Vittorio Emanuele II

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 48.
di Sandro Galantini*
Il 15 ottobre 1910 il sindaco Giuseppe de Bartolomei celebrava solennemente i cinquant’anni esatti dalla venuta di Vittorio Emanuele II a Giulianova.
La manifestazione aveva preso avvio, in una cornice di folla festante, dall’imponente monumento di Raffaello Pagliaccetti dedicato al re dell’Unità d’Italia nell’allora piazza Vittorio Emanuele II, oggi della Libertà, per avere il suo clou con il solenne scoprimento di una lapide commemorativa murata su uno dei lati della chiesa di San Flaviano, specificamente quello vicino all’ingresso principale, nel largo omonimo.
L’epigrafe, dettata dal teramano Luigi Savorini, bibliotecario, storico, professore di lettere al Liceo ginnasio del capoluogo aprutino e giornalista, recitava: IL XV OTTOBRE 1860 GIULIANOVA PRIMA FRA LE CITTÀ DELL’ANTICO REAME DI NAPOLI ACCOLSE NELLE SUE MURA VITTORIO EMANUELE II SALUTANDOLO RE DELLA NUOVA ITALIA.
In relazione allo scoprimento della lapide, e con il pensiero rivolto al sovrano sabaudo sotto il cui scettro l’Italia era divenuta nazione, il sindaco aveva inoltre inviato alcuni telegrammi di saluti. Uno al re Vittorio Emanuele III, uno al presidente del Consiglio dei ministri Luigi Luzzatti, nominato il 1° marzo di quell’anno, e l’ultimo al sindaco di Napoli, marchese Ferdinando Del Carretto di Novello, il quale rispondeva con sollecitudine porgendo il saluto dell’antica capitale ed augurando alla «nobile città» abruzzese «continuo progresso e prosperità»
La lapide rimaneva al suo posto per poco più di un decennio sino a quando veniva smurata e riposizionata su un’altra parete del Duomo, esattamente quella che prospettava su Corso Garibaldi. Infatti nel posto precedentemente occupato dalla lapide veniva collocato, e inaugurato il 20 settembre 1922, il pregevole Monumento in ricordo dei caduti giuliesi della Grande guerra realizzato sin dal 1920 dallo scultore Ulderico Ulizio e dal medaglista umbro Torquato Tamagnini.
Le due “pietre della memoria”, quella ai caduti e l’altra rievocativa della venuta del re a Giulianova, sarebbero coesistite ancora per lungo tempo. Salvo poi perdersi traccia proprio della lapide del 1910, forse smurata in occasione dei restauri del 1948 sul duomo e non ricollocata. In ogni caso quella perduta lapide è stata riprodotta fedelmente e ricollocata il 15 ottobre 2010 vicino alla chiesa di San Flaviano, sulla parete esterna della canonica prospettante su Corso Garibaldi.
*Storico e Giornalista