Giulianova. Niccolò Persichetti: “l’indifferenza da parte dei giuliesi nei confronti delle emergenze antiche”.
GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 30.
di Sandro Galantini
Relativamente ai rinvenimenti archeologici a Giulianova, il XX secolo esordiva con la comunicazione del comasco Solone Ambrosoli, pubblicata nel 1900 nella rivista “Notizie degli scavi”, del casuale rinvenimento «nell’agro dell’antica Castrum Novum», non lontano dall’abitato, di un ripostiglio di monete romane in bronzo. Si trattava di un tesoretto di età repubblicana, costituito da 605 assi di Ostia (382 non erano però identificabili), riconducibile a varie famiglie romane.
Un paio di anni dopo era invece l’aquilano Niccolò Persichetti, appassionato archeologo e dal 1889 Ispettore per gli scavi e i monumenti del circondario di Cittaducale, a dare notizia nel “Bullettino” del Deutsches Archäologisches Institut di Roma di un altro casuale rinvenimento che indicava oltretutto la diffusa indifferenza da parte dei giuliesi nei confronti delle emergenze antiche.
Su un terreno comunale affittato a Giustino Pedicone, a destra della strada che conduceva in città provenendo da Teramo, «avendo quegli rinvenuto – scriveva il Persichetti – a circa 4 m. dalla detta strada, e ad un metro di profondità, un muro di antico edifizio, lo stava disfacendo per venderne poi il materiale».
* Storico e Giornalista