In rilievo, Ricordi di guerra, Tipi giuliesi

Giulianova. Vincenzo Di Crescenzo, l’unico giuliese morto per i gas asfissianti.

di Walter De Berardinis*
Vincenzo Di Crescenzo, l’unico giuliese morto per i gas asfissianti. Nasce a Giulianova il 19 settembre 1885, alle ore 6:30, nella casa posta in Via per Mosciano, dal 45enne Giuseppe e Serafina De Matteis.
Il giorno successivo sarà registrato all’anagrafe comunale da Giuseppe De Martiis, Assessore e dal 37enne Achille Nanni e dal 62enne Camillo Falini. Il 18 maggio 1905 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo e il 21 novembre viene chiamato alle armi. L’8 dicembre giunge al deposito del 16° Reggimento – Brigata “Savona” e il 12 settembre 1908 viene congedato nel deposito di Teramo del Reggimento Genova. Il 15 gennaio 1909 ottiene il passaporto per espatriare all’estero con destinazione New York. Il 12 agosto 1910 viene dispensato dal richiamo per istruzione perché all’estero. Rientra in patria nel 1913. Il 27 febbraio ottiene di nuovo il passaporto per New York, ma viene chiamato per istruzione dal 5 agosto al 3 settembre. L’11 dicembre si sposa con la coetanea giuliese Maria Di Donato, figlia di Antonio e Luisa Sacchini (i testimoni della coppia saranno: Saulle Montebello, meccanico e Giuseppe Sabatini, agricoltore). All’indomani dello scoppio della 1° Guerra Mondiale viene chiamato alle armi il 31 agosto 1915 e viene inviato nel deposito del Reggimento Fanteria ad Ancona – Battaglione presidiario il 30 dicembre. Il 2 marzo 1916 giunge nella prima linea con il 30° Reggimento Fanteria – Brigata Pisa – 6° compagnia. Dall’inizio dell’anno e fino a maggio, il reggimento si attestano in località “Bosco Cappuccio”, partecipando alla 5° battaglia dell’Isonzo (dal 9 al il 15 marzo), ma con scarsi successi da entrambe le parti. Il 28 giugno parte una piccola offensiva da parte degli italiani sul San Michele e i tratti di Groviglio, Rondò e Ridottino, aumentando di poco il controllo del territorio.
Il 29 giugno avviene la strage, gli austriaci impiegano per la prima volta i gas asfissianti sul versante italiano contenente cloro e fosgene. Le prime linee vengono annientate subito, seguite dalle seconde linee colte di sorpresa o addirittura nel sonno, nonostante i tentativi di scappare. Gli austro-ungarici, protetti dalle maschere antigas, escono dalle trincee armati di baionette e mazze ferrate per finire i moribondi. Nella carneficina, tra i 2.700 morti circa e i 4.000 intossicati, perde la vita all’età di 30anni Vincenzo Di Crescenzo, poi sepolto a Sagrado (Gorizia). Sarà Pasquale Pagano, responsabile della tenuta dello stato civile del 30° reggimento, a trascrivere l’atto di morte e controfirmato dal dott. Bruno Barzellotti, Domenico Damiano, Sottotenente Alessandro D’Amore, Tenente Pasquale Pagano e il Colonello Comandante Filippo Ingami (morirà il 7 gennaio 1945 con il grado di Generale). A Giulianova l’ufficialità della morte arriverà solo il 6 luglio 1917, esattamente un anno dopo. #unitiperlapatria
Tre le medaglie alla memoria: guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relative barrette con gli anni di guerra 1915 e 1916; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria; Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro dei militari italiani caduti della Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”
* ricercatore storico sui caduti di Giulianova
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