In rilievo, Ricordi di guerra, Tipi giuliesi

Giulianova. Carlo Alberto Giulio Manzi, il figlio del Maresciallo dei Carabinieri morto a Ponte Paludello.

Carlo Alberto Giulio Manzi, il figlio del Maresciallo dei Carabinieri morto a Ponte Paludello.
di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 18 agosto 1890, alle ore 5:30, nella casa posta in Via Porta Marina, dal 39enne Giuseppe, Maresciallo dei Reali Carabinieri e Rosina Soria. Il giorno successivo sarà l’Assessore Battista De Luca a registrare il nascituro alla presenza dei testimoni: il 37enne Emidio Paolone, benestante e il 22enne Alfonso Nespeca, contabile. La famiglia, nel primo decennio del 1900, si trasferisce a Lucoli (L’Aquila), forse luogo d’origine del padre.
Il 3 dicembre 1910 viene giudicato idoneo al servizio di leva e firma l’atto di sottomissione per poter espatriare verso l’America. Il 1 giugno 1915 viene chiamato alle armi, ma non giunge perché all’estero. Il 28 dicembre si presenta al distretto militare de L’Aquila con giustificato motivo e il 30 dicembre viene inquadrato nel 70° Reggimento Fanteria – Brigata Ancona. Il 25 maggio 1916 giunge in prima linea per essere destinato, il 5 giugno, al 226° Reggimento Fanteria – Brigata Arezzo (costituita il 18 maggio 1916 con battaglioni provenienti da altri depositi). Il 20 giugno combattono sul Monte Cucco di Mandrielle e il 7 luglio a Casara Zebio, con scarsi risultati. Il 7 agosto gli austriaci cercano di sfondare a quota 1763, senza riuscirci e con gravi perdite in entrambi gli schieramenti. Da agosto a dicembre, la Brigata, raggiunge Monfalcone, senza guadagnare posizioni rilevanti. Il 1917 inizia senza grossi problemi fino a maggio, poi partecipa alla 10° Battaglia dell’Isonzo, avanzando verso l’Hermada e le foci del Timavo. A giugno inizia la controffensiva austriaca che mette in seria difficoltà la prima linea italiana, nonostante la Arezzo ritorna prontamente in linea per aiutare i compagni, l’intera Brigata viene decimata (3081 soldati e 118 ufficiali). Ad agosto inizia l’11° Battaglia dell’Isonzo ripartendo dalle precedenti posizioni. Il 1 settembre viene nominato Caporale zappatore. Il 24 ottobre, con la rotta di Caporetto, l’intera brigata lascia il Carso per assestarsi sul Fiume Tagliamento. Il 13 novembre, schierata a Capo Sile, combatte eroicamente tra gli innumerevoli bracci e canali del Piave. I primi mesi del 1918 scorrono senza grossi problemi e il 31 marzo viene nominato Caporal Maggiore.
La morte
Il 13 giugno, pochi giorni prima della Battaglia del solstizio, in cui perse la vita anche l’asso dell’aviazione italiana Francesco Baracca, Carlo Alberto Manzi cadeva sotto i colpi del nemico in località Ponte Paludello nel Piave. Sepolto sul campo, aveva 27 anni. La comunicazione ufficiale della morte arriverà nella città di residenza, Lucoli, il 3 gennaio 1919.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra e sulla lapide dei caduti di Lucoli.
Non compare sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”, perché nessuno sapeva della sua morte, neanche l’anagrafe.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con 3 anni di guerra: 1916/1917/1918; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria #lucoli #piave
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