GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 55.
di Sandro Galantini*
Lo sviluppo dell’illuminazione stradale e la sua funzione di servizio pubblico segna l’avvio di un processo di trasformazione radicale dell’ambiente urbano. Con la luce, infatti, le notti cittadine diventano rapidamente più sicure e più adatte alla vita sociale.
A Giulianova, dove il sistema di pubblica illuminazione era basato prima dell’Unità d’Italia su pochi fanali a olio minerale, detto lucellina, un significativo punto di svolta si ha nel 1866. Risale a quell’anno, infatti, la decisione di dotare la piazza Belvedere di alcuni lampioni a palo con illuminazione a petrolio sostituendo così quelli a lucellina. Le nuove lampade a petrolio, immesse sul mercato nazionale a partire dal 1859, erano costituite da un bulbo contenente il combustibile, da uno stoppino e da un “coprilampada” aperto di vetro che permetteva il passaggio dell’ossigeno. Dopo aver potenziato l’impianto già esistente nel 1882, grazie alle 34mila lire che il sindaco Gaetano De Maulo aveva ottenuto per una serie di interventi sulla piazza, nel 1884 il sistema di pubblica illuminazione su lampade a petrolio veniva esteso anche alla zona centrale della Borgata Marina, l’attuale Lido.
Con l’avvento del sistema elettrico di pubblica illuminazione, inizialmente testato a Tagliacozzo, Terni e Macerata, anche a Giulianova si pensa di introdurre il nuovo e più efficiente impianto che, progettato senza successo ad Atri già nel 1889, nella provincia di Teramo era entrato in funzione solo a Montorio al Vomano, dove il 10 dicembre 1899 erano state solennemente inaugurate le 71 lampadine installate dall’impresa Geraci di Napoli.
Ed era proprio all’impresa Geraci che si rivolgevano gli amministratori giuliesi, a tal punto ottimisti sull’esito del progetto da affidare nel 1899 al tipografo Francesco Pedicone la stampa di un Regolamento per la distribuzione dell’energia elettrica ad uso di illuminazione per i privati.
In realtà solo nel febbraio 1902 si aveva la stipula con Domenico Geraci del contratto riguardante sia la realizzazione della rete idrica, sia il completamento dell’impianto elettrico, dato per certo entro l’estate o, al più, per il prossimo ottobre. Ma il fallimento, nel dicembre 1902, dell’imprenditore napoletano spazzava via ogni speranza di attivare in tempi ragionevoli il nuovo sistema di pubblica illuminazione.
Ed infatti dovranno passare sei anni per consentire a Giulianova di disporre di un impianto di pubblica illuminazione alimentato dall’elettricità.
E’ il 25 maggio del 1908 quando il Comune, retto dal sindaco Giuseppe de Bartolomei, stanzia 700 lire per far fronte alle spese contrattuali relative all’appalto dell’illuminazione elettrica, ormai imminente, con gestione affidata alla Società Industriale del Vomano nata l’anno prima.
All’attivazione nella parte alta della città, seguiva l’entrata in funzione anche nella sottostante Borgata Marina dove, il 12 giugno 1909, si provvedeva all’ampliamento dell’impianto, grazie ad un accordo intervenuto tra il sindaco e l’ingegner Salvadori. Anche lo stabilimento balneare, vero polo-calamita dell’estate giuliese, nel 1910 ricorreva all’energia elettrica con effetto altamente suggestivo mediante una fila di lampadine che seguiva le linee principali della costruzione sicché da lontano, come evidenziava un articolo apparso su “L’Italia centrale” a fine luglio, appariva «tutta circonfusa di chiara luce», producendo «un gradevole effetto».
Nel 1925 il sindaco Amato Alfonso Migliori, nonostante le poche risorse economiche a disposizione del Comune, decideva comunque di garantire la pubblica illuminazione in alcune zone urbane della Marina che ne erano ancora prive ed in altre che ne beneficiavano in maniera insufficiente, come il viale Adriatico e le strade del rione Orsini-Massei e Porto. Per questo dava incarico al tecnico di acquistare il materiale occorrente utilizzando anche quello di risulta dell’ormai obsoleto impianto di illuminazione a petrolio ed ogni altro disponibile nel magazzino comunale.
Con la nuova gestione dell’ Unione Esercizi Elettrici (UNES), autorizzata con decreto ministeriale del 22 aprile 1932 ad impiantare ed esercitare una linea elettrica da Giulianova a Tortoreto alla tensione di 15.000 volt, il sistema di pubblica illuminazione raggiungeva anche Colleranesco. Il 1 febbraio 1935 entrava così in funzione l’impianto su 10 lampade a sospensione lungo i 400 metri della nazionale per Teramo. Quattro anni dopo, infine, si completava il piano del posizionamento dei punti luce al Lido.
* Storico e Giornalista