Mosciano Sant’Angelo. Comune: l’immobilismo e il silenzio della ASL sulla vicenda del biodigestore
Nuovi e allarmanti dati sull’impatto che l’opera avrebbe sul territorio moscianese. Galiffi
sollecita la ASL a rivedere il proprio parere: “Salvate il territorio dalla bomba ecologica!”
“Si corra ai ripari e si riveda il parere sanitario emesso a fine dello scorso luglio”. Questa, in
estrema sintesi, la richiesta del sindaco di Mosciano Sant’Angelo, Giuliano Galiffi, alla ASL di
Teramo che, con parere favorevole, ha dato un contributo determinante al rilascio
dell’autorizzazione regionale alla realizzazione del biodigestore a Mosciano Stazione.
In una lunga lettera, il primo cittadino moscianese ha evidenziato le carenze e gli atteggiamenti
non certo lineari tenuti dall’azienda sanitaria nella gestione dell’intera vicenda, e ha prodotto
nuovi e più aggiornati dati sull’impatto che l’opera, proposta dalla CTIP BLU, avrebbe
sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.
La ASL nel maggio 2019 ribadiva la necessità di approfondire la situazione con studi
particolareggiati per i quali bisognava attendere il contributo dell’ARTA, ma appena due mesi più
tardi (a fine luglio) rilasciava parere favorevole pur non avendo avuto alcun approfondimento: tale
nuovo atteggiamento è stato motivato solamente dalla presunta necessità di non poter attendere oltre
i risultati degli studi tecnici e, pertanto, è stato emesso un parere in totale contrasto con l’idea stessa
di tutela della salute pubblica, sacrificata sull’altare dei tempi del procedimento amministrativo.
I nuovi dati, ottenuti dal comune di Mosciano Sant’Angelo attraverso una perizia realizzata da
studio tecnico specializzato in ingegneria ambientale, hanno evidenziato che il parere sanitario
reso dalla ASL di Teramo ha omesso di valutare le emissioni in atmosfera di sostanze
inquinanti e nocive per l’uomo. Insomma, l’autorizzazione regionale, per la quale il parere
sanitario favorevole rilasciato a fine luglio 2019 è stato determinante, si basa su dati parziali e certo
non in grado di tutelare la salute pubblica.
Si tenga presente, inoltre, che la Regione Abruzzo ha addirittura autorizzato l’emissione senza
limiti di diverse sostanze cancerogene ed inquinanti, quali formaldeide, metillamina, acetaldeide,
etil-mercaptano, ed acido acetico in una zona non solo a ridosso del centro abitato di Mosciano
Stazione e Selva, ma anche nel bel mezzo del nucleo industriale di Mosciano Sant’Angelo che ogni
giorno è frequentato da migliaia di lavoratori.
Una decisione scellerata e che deve essere rivista soprattutto alla luce dei risultati ottenuti
dagli studi commissionati dal comune.
Si torni indietro, dunque, e si riveda il parere sanitario prendendo in considerazione i dati forniti dal
comune di Mosciano Sant’Angelo, così come richiesto dal sindaco Giuliano Galiffi che da anni,
ormai, si batte contro la realizzazione del biodigestore a Mosciano Stazione. Nel corso delle tante
battaglie incardinate nelle varie sedi regionali al fine di scongiurare tale opera, il primo cittadino ha
richiesto anche l’appoggio dei comuni limitrofi, ma, all’epoca, solo il comune di Morro D’Oro
diede il proprio appoggio. Oggi, Galiffi torna a chiedere un interessamento da parte dei territori
limitrofi e si rivolge, in particolare, ai comuni costieri affinché prendano una posizione di netto
contrasto nei confronti di un’opera che potrebbe determinare effetti negativi su tutto l’ecosistema
con gravi conseguenze per l’ambiente marino e costiero. Gli sversamenti, infatti, non
passerebbero attraverso il depuratore pubblico, ma sarebbero immessi nel fiume Tordino con
condotta dedicata.