Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: scomparsa della dott.ssa Maria Assunta Ambrogi
Purtroppo in questi giorni non facili ci ha lasciato la dott.ssa Maria Assunta Ambrogi, dipendente storica del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ed animatrice instancabile del CeDAP – Centro di Educazione Ambientale di Montorio al Vomano.
“Maria Assunta era una persona oltre che elegante nel tratto e nobile nell’anima”, dichiara il Presidente del Parco Avv. Tommaso Navarra, “di assoluta cultura e di vivo entusiasmo con una solida preparazione ed una profonda e sincera passione per tutto ciò che atteneva al prezioso mondo della lettura e delle biblioteche. Cultura che aveva raffinato in quella straordinaria fucina di menti rappresentata dalla Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo, la più antica Istituzione culturale della Provincia. Sono sicuro che l’Ente saprà ricordare adeguatamente, trascorsi questi difficili momenti storici, la figura della nostra dipendente con una giornata di studi e con l’intitolazione alla stessa del Centro di Educazione Ambientale che aveva visto ogni giorno il suo sorriso.”
In allegato un breve curriculum, un ricordo del Direttore del Parco nonché del Prof. Marcello Sgattoni con il quale aveva condiviso tante ricerche studi e approfondimenti.
di Marcello Sgattoni
Ho conosciuto Maria Assunta Ambrogi come <<vicina di casa>>: qualche saluto, qualche convenevole, e null’altro.
Trasferitasi altrove, e già laureata in Architettura, l’ho rincontrata come mia allieva in un Corso per Archivisti e Bibliotecari organizzato dall’ENAIP e dalla Soprintendenza Archivistica per l’Abruzzo: il Corso, della durata di un anno scolastico (pressappoco dal settembre al giugno successivo), era distinto in due sezioni, <<per laureati>> e per <<diplomati>>, con lezioni giornaliere dalle 8 alle 13.30 e dalle 15 alle 17,30: precisazione necessaria a indicare l’intensità del Corso, che diretto dal Soprintendente dott. Antonio Fiorilli, si giovava dell’insegnamento di archivisti e di bibliotecari professionisti, provenienti dai rispettivi ambiti abruzzesi.
Ho insistito sul Corso perché, come non mi è stato difficile verificare, non pochi allievi – ovviamente quelli già culturalmente più preparati e più motivati – ne trassero immediato giovamento, trovando occupazione in vari Enti teramani, ovvero trasferendo le proprie esperienze all’àmbito dell’organizzazione delle Biblioteche (quelli che divennero insegnanti).
Se posso aggiungere una “nota di colore”, Maria Assunta Ambrogi e una sua amica, sedute al primo banco, mi davano non pochi grattacapi: vivacissime e “chiacchierone”, tanto da doverle spesso riprendere, erano tuttavia preparatissime e recettive, tanto da superare brillantemente l’esame finale anche con quei docenti più severi e meno propensi all’indulgenza.
I risultati, per Maria Assunta Ambrogi, si sarebbero poi visti immediatamente.
In un periodo imprecisato (anzi: in più periodi imprecisati nella mia memoria) in previsione e, comunque, prima del trasferimento (2004) della Biblioteca “Melchiorre Delfico” alla nuova sede di Palazzo Delfico a Teramo, la necessità di “riconsiderare” tutte le situazioni, e segnatamente quella relativa all’assai cospicuo patrimonio di Fondi manoscritti e di opere d’arte, portò di necessità a dover associare alla Biblioteca personale esterno “qualificato”, con contratti ad personam (Maria Assunta Ambrogi), ovvero Cooperative (o altre forme).
Ciò ben prima dell’anno 2000, anche se non so precisare i tempi né le modalità formali (***): sta di fatto che a cavallo dei due secoli e – se ben ricordo – con contratti intermittenti, M. A. Ambrogi entrò a far parte della famiglia della Biblioteca, collaborando non poco anche al trasferimento dei materiali alla nuova sede (possedeva una Fiat Panda omologata proprio a questo scopo), fino al passaggio al Parco.
Questo, grosso modo, l’iter visibile e verificabile del rapporto di M. A. Ambrogi con la Biblioteca e con me, quale funzionario responsabile della Sezione “Fondi antichi e Manoscritti”: rinuncio, ora, a notazioni più dettagliate sulla sua carriera lavorativa e/o di carattere più personale (sebbene tutte legate, esclusivamente, al nostro rapporto di lavoro, o al prosieguo della sua carriera dopo la Biblioteca).
[I]
MARIA ASSUNTA AMBROGI,
In: Archivi privati in Abruzzo. Carte da scoprire. A cura di Franca Toraldo e Teresa Ranalli.
Pescara, Soprintendenza Archivistica per l’Abruzzo – Villamagna (CH), Casa Editrice Tinari, 2002.
Nel contributo – a suo tempo predisposto assieme a Marcello Sgattoni – è pubblicata la regestazione di alcuni dei Fondi (relativi a non poche famiglie teramane) conservati nella Biblioteca Provinciale “Melchiorre Delfico” di Teramo. Sia dei Fondi ivi pubblicati, che di tutti gli altri, l’Autrice aveva provveduto alla completa sistemazione e classificazione archivistica. I suddetti Fondi sono conservati nella <<Sala Manetta>> e collocati negli armadi “Manetta I”, “Manetta II”, “Manetta III”: di ciascuno di essi Fondi – denominati e numerati progressivamente – è stato dato conto (note storiche, consistenza, ecc.) in un Quaderno dattiloscritto al computer, tuttora conservato in Biblioteca. Del suddetto Quaderno, come di altri lavori di M. A. Ambrogi e miei, avevamo predisposto dei floppy disk che dovrebbero essere ancora conservati in Biblioteca].
[II]
MARIA ASSUNTA AMBROGI, Introduzione al Fondo <<Giulio Di Nicola>> (Padre Teotimo Passionista). Cenni storici e guida alla lettura.
In: <<NOTIZIE DALLA DELFICO>>, XVIII (2004), n° 1-2, pp. 5-54.
[Si tratta, a mio modo di vedere, di un lavoro straordinario e, se vogliamo dirlo, anche pionieristico nell’ambito della Biblioteca “M. Delfico”.
Come d’uso, il periodico contiene una breve presentazione dell’Autrice, che replico integralmente, per quel che può servire:
Operatore BB. CC., Maria Assunta Ambrogi, nata a Montorio (Teramo, 1957), subito dopo la laurea in Architettura, ha partecipato alle prime iniziative di catalogazione informatizzata di Beni culturali nell’ambito di uno dei trentanove progetti di valorizzazione di giacimenti culturali [in Abruzzo]. Si è sempre occupata di queste tematiche partecipando anche a convegni e incontri di studio. Archivista libero professionista, ha diretto i lavori di riordinamento e inventariazione informatizzata del notevole complesso archivistico, storico e di deposito, del Comune di Atri [eseguendo un lavoro straordinario soprattutto sulle pergamene ivi conservate]. Collaboratrice, in qualità di catalogatore, della Regione Lazio (area culturale) [ha lavorato a Roma – e anche altrove, se ben ricordo – sulla classificazione delle carte geografiche antiche, di cui aveva buona conoscenza] attualmente si occupa del censimento e della catalogazione informatizzata dei fondi manoscritti conservati presso la Biblioteca “Melchiorre Delfico”.
In [parentesi quadra] ho aggiunto qualche mia notazione davvero estemporanea].
[III]
MARIA ASSUNTA AMBROGI, I Fondi “Giulio Di Nicola (Padre Teotimo Passionista), 1531-1909″ e “Zuccarini, 1550-1954” della Biblioteca Provinciale di Teramo: cenni storici e brevi riflessioni, pp. 145-149.
In: <<DEPUTAZIONE ABRUZZESE DI STORIA PATRIA. Incontri culturali dei Soci, XII (Rosciano, 15 maggio 2005). Supplemento del BULLETTINO>>.
L’Aquila, presso la Deputazione, 2005.
[Su mia istanza, M. A. Ambrogi fu ammessa fra i Soci della DASP, partecipando più volte alle Assemblee annuali e agli <<Incontri dei Soci>>.
Giova avvertire che, per ovvii motivi di tempo e di spazio tipografico, gli interventi erano limitati a 10 minuti e, poi, a poche pagine a stampa. Peccato, perché l’ottimo lavoro svolto – tra l’altro in tempi relativamente brevi, e su Fondi pervenuti alla Biblioteca in condizioni disastrose (posso dirlo perché sono stato io a recuperarli personalmente, e a seguire poi Maria Assunta Ambrogi che altrettanto personalmente ne ha curato la spolveratura, la ripulitura, la risistemazione “fisica” delle carte, ecc.) – meriterebbe ben altra considerazione: ma si tratta di Fondi ricchissimi e complessi, la cui analisi – sebbene siano ora ben classificati – richiederebbe comunque anni di tempo. Eppure, Maria Assunta Ambrogi così concludeva il suo scritto:
<<Si spera, con l’umile e poco visibile lavoro di riordino e archiviazione, di aver fornito materiale appetibile e nutriente all’atavica, cronica fame di notizie che sempre caratterizza la storia abruzzese>>].
Ho dimenticato di dire che soltanto leggendo i suoi scritti ovvero <<toccando con mano>> il riordino eseguito in Atri (riordino da me non visto, ma descrittomi da lei diffusamente) e in Teramo si può comprendere la mole del lavoro svolto: mole non soltanto in senso quantitativo (i materiali riordinati sono stati in numero considerevolmente ampio) ma soprattutto qualitativo, nel pieno senso archivistico del termine, a partire dalle pessime, impensabili condizioni di conservazione con cui le carte sono giunte (almeno quelle di Teramo) alla Biblioteca, unitamente al disordine estremo, ecc. La sistemazione – sia fisica che archivistica – svolta in modo impeccabile, si accompagnò a notazioni storiche frutto del nostro quotidiano lavoro di collaborazione, così che i vari Fondi si presentavano anche non soltanto nella loro veste tecnico-archivistica ma anche nella pienezza dei loro contenuti. Sia nei testi pubblicati, sia nei quaderni regestati presenti in Biblioteca è tangibile e comprensibile la grande capacità di M. A. A. di comprendere e descrivere i materiali trattati.
Aggiungo che lei lavorò anche sui Fondi già esistenti in Biblioteca, segnatamente su quelli MAI TRATTATI DA ALTRI: non soltanto quelli storici in senso stretto ma anche – a esempio – quelli letterari, ecc. Era in grado di lavorare su testi musicali, cosicché progettammo il riordino di un assai ampio quanto importante Fondo musicale appartenuto ai Delfico, poi riordinato <<storicamente>> (non archivisticamente) da altra persona, con la mia collaborazione. Devo lasciare. Cordialmente, MS