Questa mattina Anci Abruzzo, alla presenza del Presidente Gianguido D’Alberto Sindaco di Teramo e di Carlo Masci Sindaco di Pescara, ha incontrato le rappresentanze sindacali abruzzesi e di categoria dei lavoratori della Banca Popolare di Bari, sottoposta a commissariamento in seguito al salvataggio governativo dello scorso dicembre.
Sono state affrontate le criticità, che si stanno aggravando con l’insorgere dell’emergenza Coranavirus.
Il piano di Ristrutturazione ed efficientemento presentato dai Commissari, prevede la chiusura di 39 filiali delle 97 in Abruzzo e 900 esuberi (600 in rete, 300 in direzione) su un totale di 2.600; 510 risorse destinate alla mobilità territoriale e/o riconversione professionale da individuare nell’ ambito del gruppo. Numeri percentualmente più alti di quelli previsti per altri territori. Perciò si tratta di una proposta che sarebbe già inaccettabile in tempi normali e che oggi appare ancora più improponibile, con le dinamiche economiche e sociali che si stanno producendo nel nostro tessuto territoriale.
Sia Tercas che Caripe, non sono stati la causa della crisi aziendale, anzi la loro diffusione capillare e la loro remunerazione sul territorio abruzzese potrebbero essere il punto di ripartenza per il rilancio della banca al servizio del Mezzogiorno, di cui si parla come strumento per la ripartenza, e rispondere alle nuove esigenze del credito per il rilancio del dopo-pandemia. Non è possibile disegnare una nuova vita dell’istituto di credito guardando solo ai numeri ma, affinché essa sia reale ed efficace, è indispensabile tenere in primo piano i valori del territorio in cui insiste. In questa ottica, prima che sui lavoratori, i progetti di rilancio debbono partire dal taglio dei costi, dall’eliminazione delle spese improduttive, dalla valutazione di tutte quelle voci di bilancio che appaiono secondarie e non funzionali a tutto quanto appena detto.
È evidente che nel Piano di ristrutturazione presentato, manca un Piano Industriale senza il quale il rilancio non può essere immaginato e appare pertanto senza alcuna progettualità di lungo periodo e senza futuro. Tra l’altro, proprio per quanto accaduto negli ultimi mesi, i criteri che hanno portato a questo Piano non sono più attuali, ed è pertanto indispensabile riprendere una nuova trattativa, azzerandolo e tornando a convocare un tavolo con i Commissari; un tavolo che veda protagonisti gli Enti locali interessati (Comuni e Regioni) i Parlamentari, il Governo e le Organizzazioni sindacali dei lavoratori.
In questo senso Anci Abruzzo si farà promotore di una mobilitazione, per tornare a determinare una nuova pagina della funzione di questo Istituto di Credito in Abruzzo.
Il Sindaco D’Alberto torna a sottolineare che sarà al fianco dei lavoratori e della nostra economia per difendere la dimensione strategica e sociale di questa battaglia.