Giulianova. Lettera aperta di una mamma dopo l’inaugurazione della spiaggia libera “Granelli… di Gioia”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di una mamma in merito alle polemiche seguite all’inaugurazione della spiaggia libera “Granelli… di Gioia”di Giulianova.
Spett.le redazione giornalistica,
Non sono un amministratore e non sono un medico… sono solo la mamma di un ragazzo nello spettro autistico.
E ognuno di noi ragiona e parla sulla base delle esperienze che la vita gli propone.
Quando all’inizio della fase 2 ho letto del progetto Granelli di gioia, mi era sembrata un’iniziativa lodevole.
A quell’epoca non si poteva uscire liberamente e, questo tipo di costrizione, unitamente al fatto che la ASL di Teramo aveva sospeso tutti i trattamenti per la riabilitazione dei ragazzi nello spettro, aveva davvero sottoposto ad uno stress ulteriore le famiglie che dovevano affrontare ogni giorno una quotidianità non certo facile.
Perciò dare la possibilità a questi ragazzi di poter uscire all’aria aperta in una situazione di sicurezza, mi era sembrata davvero una svolta.
Quindi la buona intenzione del comune e della ASL voglio riconoscerla tutta.
Il problema è che il progetto si è concretizzato ora a distanza di 2 mesi e si è concretizzato male.
Potrei sbagliare ma io ho visto questo:
Le condizioni di sicurezza sono un cordone che delimita la spiaggia riservata e un bagno chimico, un piatto su cui puoi portare il tuo ombrellone.
Oltretutto mi sembra che alla spiaggia può accedere un bambino e un accompagnatore (così era scritto nella prima comunicazione del comune).
Quindi a meno che non sia cambiata questa cosa, non é vero che i ragazzi potranno stare con le loro famiglie.
Il fatto che questo lido sia nella parte più a nord del lungomare forse è una cosa buona, perché si sappia che per l’autismo a Giulianova non viene rilasciato il bollino per il parcheggio.
Avoglia a spiegare che quando mio figlio mi vedeva girare tre ore per parcheggiare si agitava a tal punto da dover rinunciare alla giornata in spiaggia…. niente il bollino non gli spetta.
Aggiungo che la ASL non ha ancora ripristinato i servizi di riabilitazione per l’autismo.
É di questi giorni la notizia della lettera di sollecito che il sindaco di Teramo ha presentato all’ASL
Segnalo pure, perché si sappia, che durante tutto il periodo di lockdown, questi ragazzi non sono stati assistiti dagli assistenti educativi, che pure li seguivano a scuola e che forse di autismo, di integrazione e di battaglie per l’inclusione ne sanno più di tutti.
Mi chiedo se per questa iniziativa sono state contattate le famiglie o le associazioni.
Preciso anche che non parlo solo del mio caso personale: sono sensibile all’argomento ovviamente perché in famiglia ho una disabilità.
Ma quella di mio figlio, seppur complicata, è assolutamente una situazione di minor disagio rispetto alle realtà di altre famiglie che conosco.
A volte penso a loro e alla stanchezza che ci prende nel combattere contro i mulini a vento.
Le istituzioni DEVONO promuovere una cultura di inclusione e di accoglienza… fattivamente.
Nella mia personale esperienza ho avuto ed ho aiuti, soprattutto dalle persone SENSIBILI e DI BUONA VOLONTÀ’.
Sto cercando di inserire mio figlio nel mondo del lavoro grazie ad un imprenditore che se ne fa carico indipendentemente dai costi e alla sua commercialista che fino a stamattina sta spostando mari e monti per realizzare questa cosa.
Mio figlio gioca a BASKET ed è un arbitro tesserato grazie ad una squadra che lo include senza pensare alla prestazione.
Quest’anno l’ombrellone ci è stato offerto da una famiglia che conosce le nostre difficoltà ad andare al mare e sa che spesso il gioco di un ombrellone estivo non vale la candela.
Da anni mio figlio è uno scout e lì, senza sconti di pena, non c’è proprio bisogno di parlare di integrazione o di diversità.
Perciò il buono c’è… ma non basta.
E’ necessario un impegno istituzionale alla base ed è necessario che ognuno di noi faccia la sua parte e si chieda cosa può fare concretamente.