Si è tenuto venerdi pomeriggio il convegno, organizzato dall’Ordine
degli Architetti PPC della provincia di Teramo e dalla Federazione degli
Ordini degli Architetti PPC di Abruzzo e Molise, sul tema “Superbonus
110%: abitare il futuro”.
I numerosi e qualificati interventi hanno indagato i diversi aspetti
della complessa normativa, sottolineandone pregi e criticità, sia in
relazione al ruolo dei tecnici che a quello delle imprese e dei
committenti.
“Un momento di incontro necessario – sottolinea il presidente
dell’Ordine degli Architetti PPC, Raffaele Di Marcello – al quale
seguiranno altri momenti di approfondimento. Le procedure del
superbonus, infatti, andranno monitorate nel tempo, sia per comprenderne
la reale applicazione sia per verificarne gli effetti”.
Particolarmente atteso l’intervento del Commissario alla Ricostruzione,
Giovanni Legnini, che ha evidenziato le opportunità di collegamento tra
le procedure di ripristino degli edifici danneggiati dal sisma e le
agevolazioni del sisma-ecobonus, opportunità che andranno ulteriormente
ampliate con successive norme.
A proposito di ricostruzione e di bonus, però, l’Arch. Di Marcello
lancia un allarme “Il superbonus ha attivato numerose imprese, del
territorio e non, che stanno prendendo numerose commesse relative a
grandi edifici. Si rischia di vedere esclusi, visto anche il limitato
arco temporale di durata del bonus (dicembre 2021), seppure sia prevista
una proroga di due anni, gli edifici medio piccoli. Inoltre c’è la
concreta possibilità che i cantieri della ricostruzione, soprattutto
quelli della ricostruzione leggera, non trovino imprese edili disposte
ad accollarsi lavori di qualche decina di migliaia di euro, essendo
impegnate con i più remunerativi cantieri legati all’efficientamento
energetico e al miglioramento sismico”.
Secondo l’Ordine degli Architetti, quindi, è necessario che i termini
del superbonus vengano ampliati per permettere ad una più vasta platea
di utenti di mettere in sicurezza i propri edifici – includendo, quando
possibile, anche quelli danneggiati dal sisma – rendendoli
energeticamente efficienti.
“Facendo una proiezione sui costi per lo Stato il rapporto con i
benefici, non solo economici, è tutto a favore di un’ampliamento
temporale del beneficio, che potrebbe essere esteso anche ad immobili
non abitativi. A questo va però aggiunta anche una disciplina
urbanistica che blocchi il consumo di suolo, in una sorta di lockdown
edilizio che faciliti il recupero (anche con demolizione e
ricostruzione) degli edifici esistenti e scoraggi la realizzazione di
nuove costruzioni. Da anni attendiamo una legge nazionale, ed una legge
regionale, sul consumo di suolo. E’ arrivato il momento di scriverla ed
approvarla, perchè senza pianificazione anche il miglior incentivo
fiscale diventa poco efficace”
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