Un paio di scarpe rosse sono l’oggetto che, da oggi in poi, simboleggerà la lotta alla violenza di genere all’interno del tribunale di Teramo. Un’iniziativa del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Teramo che, questa mattina, alla presenza dei rappresentanti istituzionali coinvolti e nel rispetto delle distanze imposte dalla normativa anti-Covid, ha celebrato la testimonianza. Come noto la scarpa rossa identifica la campagna di lotta contro la violenza sulla donna che, ogni anno, si concretizza nella celebrazione della ricorrenza del 25 novembre, anniversario dell’uccisione, nel 1960, delle tre sorelle Mirabel nella Repubblica Dominicana.
L’iniziativa della Cpo si è concretizzata nella posa in opera di un manufatto in legno dipinto di bianco che, a sua volta, è stato collocato nello spazio al secondo piano situato tra la Presidenza e la Procura della Repubblica.
“Abbiamo ritenuto doveroso – ha spiegato nel suo intervento Diana Giuliani, presidente della CPO dell’Ordine degli Avvocati di Teramo – collocare all’interno del tribunale un simbolo della lotta alla violenza di genere, sottolineando in questo modo il fatto che tutti gli operatori del diritto hanno il compito di restituire la dignità che viene inevitabilmente sottratta dalla violenza di genere”.
“Il nostro intento è sensibilizzare tutta l’opinione pubblica – ha rimarcato il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Antonio Lessiani – su un fenomeno che, purtroppo anche a livello locale, si sta aggravando. Dobbiamo agire insieme ma l’efficacia delle nostre azioni dovrà essere accompagnata anche da interventi di potenziamento della dotazione organica del nostro tribunale, interventi che attendiamo da tempo e che non possono essere assolutamente disattesi”.
Un fenomeno in crescita, quello della violenza contro le donne, come dimostrano i dati forniti dal presidente del tribunale, Carlo Calvaresi: in provincia di Teramo, nel 2019, sono stati 445 i procedimenti relativi ai reati di genere (320 nel 2018), mentre nell’anno in corso si contano già otto misure cautelari concesse dall’ufficio Gip-Gup (una sola misura cautelare nel 2019). “Un incremento preoccupante – ha detto Calvaresi – che richiede da parte nostra il massimo impegno per garantire la sicurezza di tutte le donne del territorio”. “L’auspicio – ha dichiarato il procuratore facente funzioni, Davide Rosati – è che ci sia una maggiore attenzione da parte del legislatore e che la sinergia tra procura e tribunale funzioni sempre di più”.