Si è svolta ieri sera 04 dicembre 2020, come da regolare convocazio-ne, la
prevista adunanza pubblica della Consulta per la democrazia parteci-pativa
del Comune di Giulianova.
All’ordine del giorno vi erano, fra gli altri, i seguenti punti:
1. Rapporti fra Amministrazione comunale e istituti di parteci-pazione.
Punti critici e prospettive di rilancio;
2. Piano d’Azione 2016 ed altri impegni precedenti. Grado di at-tuazione e
impegni futuri.
Per la loro discussione sarebbe stata opportuna la presenza del Sinda-co e
degli Assessori comunali e non a caso, infatti, all’adunanza erano stati
tutti invitati: Consigliera delegata alla democrazia partecipativa,
Sindaco, Assessori, e Consiglieri comunali. Tutti hanno apprezzato,
peraltro, la presenza della Consigliera delegata Antonella Guidobaldi la
quale, più che ga-
rantire il tramite fra istituti della partecipazione e
Sindaco non poteva fare e certo il suo ruolo ha saputo svolgerlo, Ma tutti
hanno anche notato il passo indietro dell’Amministrazione comunale che ha
“indebolito” la sua presenza nella Consulta poiché fa ora a meno di un
componente la Giunta, ben sapen-do che un consigliere comunale non può
dare risposte politiche.
Nei rapporti fra Amministrazione comunale e istituti della partecipa-zione
popolare da tempo si registra uno scadimento del dibattito della
di-scussione e del confronto, giunto purtroppo anche a toni non
accettabili, in specie per quanto attiene: a) – alla relazione fra Sindaco
e Forum cittadino dell’11 e 12 gennaio u.s. sulla riqualificazione di
Piazza Dalmazia; b) – al rapporto diseguale, manifestato e ostentato dal
Sig. Sindaco e da alcuni assessori fra i Comitati di Quartiere della
nostra Città.
Nel primo caso è apparso quanto meno irriguardosa dell’ammirevole lavoro
partecipativo svolto da cittadini e dai volontari nel Forum di gennaio, la
mancata risposta del Sindaco alle risultanze dell’evento deliberativo,
pe-raltro, da lui convocato.
Nel secondo caso, sembrerebbe particolarmente inopportuno il rap-porto
“diseguale” impostato dall’Amministrazione comunale nei confronti dei
comitati di quartiere privilegiandone uno a danno dell’altro. E persino
incomprensibile appare la mancata risposta a segnalazioni, proposte ed
in-viti del Comitato Lido elencate più volte dalla sua Presidente.
Sono emersi dal ricco e approfondito dibattito altri importanti ele-menti
di frizione come la mancata attuazione del Piano strategico della Consulta
del 2016, parimente ignorato da questa Amministrazione comunale come dalla
precedente. Tale Piano, come è noto, contiene progetti per la costituzione
del Consiglio comunale dei ragazzi; per la ricostituzione dei Comitati di
quartiere disciolti; per la formazione continua sulla democrazia
partecipativa; per lo svolgimento delle Assemblee mensili del Sindaco
(im-poste dal regolamento comunale, ma mai convocate, né da questo
Sindaco, né dal precedente); per la realizzazione del Patto con i
cittadini previsto dal regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni
comuni del 2015 (anch’esso letteralmente ignorato da questa maggioranza di
governo come dalla precedente). Di particolare gravità è sembrata,
peraltro, la proposta portata nella scorsa adunanza della Consulta da una
consigliera comunale di maggioranza di espungere dal regolamento sulla
cittadinanza attiva (si ripe-te: mai attuato) le parole “verde pubblico”.
Tale richiesta illustrata in ma-niera incompleta, non era supportata da un
documento scritto dal quale si potessero esaminare in dettaglio gli
emendamenti proposti. Alla nostra ri-chiesta degli emendamenti si è
opposto un incomprensibile rifiuto, come se lo studio di un emendamento
potesse essere fatto sulle parole. Ciò fa pensa-re, purtroppo, a un
tentativo maldestro di sottrarre ai cittadini anche la possibilità di
gestire con i Patti (art.5 regolamento) il verde pubblico: dalle piccole
aiuole ai parchi.
L’opportunità dell’incontro svoltosi ieri sarebbe stata da cogliere da-gli
assenti, per chiarire tutti gli elementi di frizione e recuperare un
rap-porto dialogico in una consiliatura nata all’insegna della
partecipazione po-polare, come nelle reiterate promesse fatte in campagna
elettorale da tutti i candidati sindaci. Come non sottolineare, peraltro,
l’atteggiamento quasi snob: sarebbe bastato semplicemente comunicare
preventivamente, per educazione e in un modo o nell’altro, la propria
assenza. Come d’altronde ha fatto in un breve comunicato il solo Assessore
Di Carlo.
Oggi, compare sulla stampa locale la notizia dell’avvio dei Patti con i
cittadini nel Comune di Teramo che solo alcuni mesi orsono ha adottato
quelle norme che contengono anche la disciplina dei patti. Ma, fermo
re-stando che il regolamento del Comune di Teramo potrebbe presentare
in-congruenze, errori, parti non chiare ecc., del tutto evidente appare,
però, la disponibilità politica dell’Amministrazione comunale a mettersi
in discus-sione e dare avvio a corretti rapporti con il mondo della
partecipazione po-polare, presente e operante da decenni a Teramo.
Come si vede, la volontà politica supera anche il diritto e a Giuliano-va
che le norme esistono da oltre dieci anni, questa volontà politica non
trova la strada della loro attuazione o non la cerca affatto.
Questa Consulta, come nelle sue funzioni, trasmette ai cittadini la
preoccupazione per questo senso di insicurezza e di incertezza che deriva
dall’incomunicabilità fra Comune e istituti della partecipazione popolare,
e si chiede se essa non rappresenti la premessa di un ripensamento
politico e/o di una torsione restrittiva rispetto al patrimonio di cultura
partecipati-va che da oltre dieci anni si sviluppa in questa città. Ma
invita i cittadini e tutte le forme associative di quartiere e della
partecipazione a fare tesoro dello stesso patrimonio dando vita a momenti
democratici di presenza su tutti i temi posti a base di un dialogo che ad
oggi non c’è stato.
Giulianova 05 dicembre 2020
Il Presidente
Prof. Carlo Di Marco