E’ indispensabile comunicare ai cittadini un giudizio sul presepe monumentale di Castelli esposto in Piazza San Pietro. In tv e sui media c’è stata un’ attenzione particolare per questo evento. Finalmente un’opera d’arte di straordinaria qualità, prodotta da artisti del nostro territorio e da maestri provenienti dalle più significative scuole della ceramica e del design italiano, esce dell’oblio e raggiunge la meritata notorietà internazionale. Il presepe monumentale in ceramica, prodotto nell’ambito dell’istituto d’arte F.A. Grue di Castelli, fino ad oggi non è stato valorizzato come si doveva, eccezion fatta per l’esposizione nei lontani anni sessanta nei Mercati Traianei a Roma e in Terra Santa e in un altro piccolo evento nel Natale di due anni fa a Teramo. Quelle prime apparizioni del prestigioso manufatto ebbero plauso e consenso da parte dei visitatori e della critica. Poi un lungo oblio. Ora la consacrazione universale, anche se sarebbe stato necessario ripresentarlo nella sua totalità e con un maggior approfondimento critico e di contestualizzazione storica, ma questa è stata l’occasione giusta, epocale, voluta dal vescovo Leuzzi e accolta dal Pontefice, per dare l’eccezionale ribalta a un’esposizione presepiale, vera e propria opera d’arte corale. Osservatori distratti e cittadini poco informati si stupiscono di non vedere in piazza San Pietro immagini stereotipate care all’iconografia napoletana; invece gli spettatori di questo presepe vanno informati al fine di apprezzare stilemi dell’arte d’avanguardia mondiale, in sincretismo tra echi precolombiani, linguaggi pop e scultura novecentesca, innestati nella figurazione di una rappresentazione dalla tematica tradizionale. Nell’istituto statale d’arte di Castelli gli artisti docenti Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini, alla metà degli anni sessanta, seppero tenere conto delle spinte al moderno che venivano da varie parti del mondo e in occasione della realizzazione del presepe le attuarono realizzando forme tra l’altro memori delle immagini contadine e pastorali dell’ambiente montano castellano che nel contempo riflettevano gli impulsi della modernità.
Un evento di cui tutti noi teramani andiamo fieri, nell’auspicio che si tratti finalmente della definitiva valorizzazione delle nostre risorse culturali e ambientali
Marino Melarangelo
Sandro Melarangelo
Piero Chiarini (Presidente Associazione Teramo Nostra)