Jwan Costantini guerrigliero a Bosco Martese
Jwan Costantini guerrigliero a Bosco Martese
Di Walter De Berardinis
A seguito delle polemiche che in questi giorni ribalzano sui quotidiani e i social, in merito all’iscrizione del Sindaco di Giulianova all’ANPI, abbiamo cercato negli archivi la presenza del nonno Jwan tra le file dei partigiani teramani che diedero avvio alla prima battaglia della resistenza italiana in campo aperto a Bosco Martese[1]. Jwan Costantini senior nasce a Teramo il 15 settembre 1925, in Via Pigliacelli, al civico 3, da Rizzardo e Gina Cipolletti[2]. Viene chiamato a visita di leva nel distretto militare di Teramo 18 giugno 1943[3]. Viene giudicato idoneo al servizio di leva con le seguenti caratteristiche fisiche: alto 1,63 e torace 0,84; capelli biondi e ondulati; naso greco e occhi grigi; studente diplomato in ragioneria. Viene lasciato in congedo in attesa di chiamata come Aviere addetto ai servizi amministrativi[4].
Dopo i fatti del 25 luglio dell’8 settembre 1943, il giovane Costantini, si unisce alla banda del Comandante Armando Ammazzalorso[5]. Dal 21 al 25 settembre, gli uomini armati, si muovono verso il bosco, ne faranno parte oltre agli italiani: jugoslavi, inglesi, americani, neozelandesi, canadesi, australiani e un indiano[6]. La sera del 25 settembre, il Comandante Ettore Bianco, dopo aver valutato l’impossibilità di continuare gli scontri, da l’ordine di scindersi in gruppi di guerriglia. Particolari espressioni di encomio furono rivolti a: Gioacchino Forti, Loreto Piantini, Renato Granata, Manfredo Rossi, Luigi Martelli, Jwan Costantini, Antonio Savocco, Marcello Savocco e Franco Sisino[7]. Jwan senior compare anche nel ruolino della Compagnia “Partito d’Azione” comandata da Mariano Felice Franchi, parte della 4° squadra di cui facevano parte: Nicola Rastelli, Sottotenente Alpino classe 1921; Adelchi Fioredonati, Sergente classe 1908; Gioacchino Forti 1925; Rodolfo Lancia 1923; Berardo Lanciaprima 1921; Luigi Martelli 1924; Aristodemo Melasecchi 1922; Franco Passino 1925; Manfredo Rossi 1925; Antonio Savocco 1924; Alberto Valente 1925; Jwan Costantini 1925; Riccardo Cerulli 1920; Franco De Merolis 1922; Diego Ciavattini 1921; Adamo Marcotullio 1922; Pierino Vetrini 1922; Dante Taraschi 1923; Aldo Martigiani 1924; Arturo Tiberi 1921; Adamo Di Francesco 1923; Goffredo Lucque 1923; Bruno De Marinis, Capitano Maggiore 1923; Costante Bernardini 1924; Gaetano Ferzetti 1924; Bernardo Crisanti 1924; Lucio Campanella 1924; Loreto Piantini 1924 e gli aggregati Renato Granata e Franco Sisino[8]. Successivamente alla liberazione di Teramo e provincia nel giugno 1944, furono richieste, tra le tante, la Medaglia D’Argento al Valor Militare individuale.
Per ben due volte furono inviate le proposte alla Commissione Regionale Abruzzese l’11 gennaio 1947. Questi i loro nomi: Gioacchino Forti, classe 1925, seconda squadra; Loreto Piantini 1924; Renato Granata, aggregato; Manfredo Rossi 1925; Luigi Martelli 1924; Jwan Costantini 1925 e Antonio Savocco 1924, tutti della quarta squadra. Questa la motivazione che accompagnò la richiesta: “In primissima linea contribuirono singolarmente e decisamente con il proprio strenuo valore e con il più acceso giovanile entusiasmo all’esito vittorioso della battaglia di Bosco Martese. Sgominata la già soverchiante colonna tedesca si dichiarò deciso a non scostarsi dal posto di combattimento. Volendo così affrontare ogni nuova battaglia di posizione. 25 settembre 1943.” [9] . A seguito di questo, negli anni successivi, gli verrà riconosciuta la qualifica di partigiano combattente con il foglio numero 1635 della Commissione regionale abruzzese[10]. Il 29 maggio 1950, la Repubblica Italiana, gli conferirà la Croce al Merito di Guerra in virtù di un Regio Decreto del 14 dicembre 1942, numero 1729 e della circolare 16 del Giornale Militare 1948 per l’attività partigiana con determina del Comando militare territoriale di Roma[11]. Mentre, il 2 ottobre 1952, verrà equiparato a tutti gli effetti ai militari volontari che avevano combattuto con le unità regolari della Forze Armate nellla lotta di liberazione dal 20 settembre 1943 al 15 giugno 1944[12].
[1] Telegramma di Ferruccio Parri all’Avv. Riccardo Cerulli pubblicato su pag. 51 del libro “La Resistenza nel Teramano”, seconda edizione riveduta e ampliata a cura della Casa della Cultura “Carlo Levi” di Teramo, dicembre 2012.
[2] La coppia si era sposata a Teramo il 9 ottobre 1924: lui 24enne, impiegato e residente a Teramo, figlio di Ignazio Costantini e Gaetana Rozzi; anche lei 24enne, casalinga e originaria di Frondarola (Teramo), figlia di Antonio Cipolletti e Maria Cozzi. I testimoni di nozze furono: Walter Marolo, 22enne, ragioniere e Antonio De Federicis, 23enne, impiegato; entrambi di Teramo.
[3] Esito leva classe 1925, fondo Archivio di Stato di Teramo.
[4] Foglio matricolare 33348, volume 9, classe 1925. Fondo ex distretto militare di Teramo presso l’Archivio di Stato di Teramo.
[5]Franchi de Notarvanni, Felice Mariano, I Primi Guerriglieri in Italia nel 1943, Vivarelli e Gullà, Roma, 1965.
[6] Elso Simone Serpentini, Teramo e il Teramano negli anni della Guerra Civile, Artemia nova editrice, 2017; Sandro Melarangelo, La Resistenza a Teramo, D’Abruzzo edizioni Menabò, 2013; i già citati libri: I Primi Guerriglieri in Italia nel 1943 e La Resistenza nel Teramano.
[7] Franchi de Notarvanni, Felice Mariano, I Primi Guerriglieri in Italia nel 1943, Vivarelli e Gullà, Roma, 1965.
[8] Ibidem
[9] Ibidem
[10] Foglio matricolare 33348 fondo ex distretto militare presso l’Archivio di Stato di Teramo.
[11] Ibidem
[12] Ibidem
Si ringrazia l’Archivista Enrico Cannella per la preziosa collaborazione.