Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno
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Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione, prof. P. Bianchi
e alla Ministra per le Disabilità, dott.ssa E. Stefani
Nella scuola della DDI gli alunni con disabilità devono poter frequentare
insieme ai loro compagni e a tutti i loro insegnanti
L’emergenza sanitaria sta influenzando la nostra quotidianità, modificando significativamente i rapporti sociali, la
comunicazione e le relazioni. Anche il sistema scolastico ne è rimasto inevitabilmente coinvolto. Ora, dopo mesi di
differenti disposizioni territoriali, sono tornate per la maggior parte degli alunni le attività scolastiche offerte tramite
canali telematici e, “in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica
degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”, la possibilità, solo per costoro, di svolgere attività in
presenza (art. 43 del DPCM 2 marzo 2021).
Al DPCM hanno fatto seguito più Note Ministeriali (la n. 343, la n. 10005, la n. 662) per precisare o chiarire alcuni
passaggi, ponendo particolare attenzione alla “possibile frequenza degli alunni con disabilità” cui ormai si
associano, inseparabili, gli alunni con BES, che la scuola riconosce come soggetti con particolari difficoltà
scolastiche.
A fronte di una normativa che prescrive la frequenza degli alunni con disabilità “nelle classi comuni” (art. 12 c. 2
della legge 104/92), che garantisce a tutti, indistintamente, il diritto all’educazione e all’istruzione e che ha stabilito
la chiusura delle classi differenziali e delle scuole speciali, ossia dei luoghi che accoglievano alunni
“scolasticamente fragili” o “non scolarizzabili” (legge 517/77), oggi assistiamo a un rincorrersi di indicazioni da
parte di provvedimenti governativi e persino ministeriali, fino a quelli territoriali e delle singole istituzioni
scolastiche, che rimandano a forme di organizzazione, peraltro definite inclusive, che reintroducono realtà
cancellate dal nostro sistema scolastico da quasi 50 anni, che ricordano le abolite “classi differenziali”.
Ovunque si legge che le classi, a fronte della sospensione delle lezioni, si aprono unicamente per gli alunni con
disabilità e/o per gli alunni con BES; in esse vi entrano quasi esclusivamente i docenti specializzati per il sostegno,
forse qualche figura educativa e in rarissimi casi i docenti disciplinari. Molti genitori, fortemente preoccupati, ci
scrivono, chiedendoci dove sia la valenza inclusiva di una impostazione organizzativa, che contraddice senza alcun
dubbio l’approccio inclusivo che da anni caratterizza la scuola italiana.
Noi stessi ci chiediamo quale tipo di scuola si stia promuovendo, nel momento in cui, in netto contrasto con le stesse
indicazioni pedagogico-culturali, si agisce per “etichette e acronimi”, indicando soluzioni che attestano la nostra
incapacità di crescere, fra diversi, nello stesso contesto sociale e insistendo nel separare “i capaci dai meno capaci”.
Riteniamo grave quanto si sta verificando nelle nostre scuole e lesivo proprio dei diritti in capo a ciascun alunno
che, in quanto cittadino, ha il diritto di imparare a crescere e di apprendere insieme ai coetanei in contesti inclusivi
aperti e non all’interno di “classi ghetto”.
Per questo ci appelliamo al Ministro dell’Istruzione, prof. Patrizio Bianchi,
affinché, a fronte di accertate condizioni di sicurezza, peraltro possibili in contesti che accolgono pochi alunni, nel
pieno rispetto delle regole antiCovid, si diano indicazioni univoche alle Istituzioni scolastiche italiane rispetto alla
frequenza, per ciascuna classe, di un piccolo gruppo eterogeneo di alunni, fra cui anche l’alunno con disabilità, con
la presenza, secondo il proprio orario, di tutti i docenti della classe, ovvero delle figure professionali coinvolte.
CIIS, Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno
Uniti per l’Autismo
Autismo Abruzzo Onlus
Associazione Prader Willi Lombardia
A.S.S.I. Gulliver, Associazione Sindrome di Sotos Italia APS
14 marzo 2021