Sono tante le segnalazioni che riceviamo ormai da giorni sull’organizzazione della somministrazione dei vaccini nella nostra provincia. La situazione sempre più difficile dal punto di vista dei contagi spaventa e preoccupa i cittadini che attendono di vedere ultimata almeno la fase della prima dose alle categorie già individuate.
Ciò che bisogna assolutamente evitare in questo momento, in cui l’ennesima ondata si sta abbattendo sulla nostra Regione, è la confusione, il caos. Sono due le domande alle quali i cittadini teramani, come quelli di tutto l’Abruzzo, chiedono una risposta celere: quali sono i criteri e le priorità per procedere ordinatamente alla vaccinazione di tutte le categorie, partendo da quelle più a rischio, quante dosi di vaccino al giorno siamo in grado di garantire e somministrare. Rispondere tempestivamente comporterebbe maggiore sicurezza per tutti ed eviterebbe anche richieste, legittime ma disordinate, da parte di varie categoria che autonomamente avanzano priorità sulla vaccinazione.
Ad oggi, sulla nostra provincia non è ancora terminata la prima dose agli ultraottantenni e troviamo profondamente sbagliato che non si sia ancora proceduto a vaccinare gli appartenenti a questa categoria che non si sono potuti recare a fare i vaccini in quanto impossibilitati a muoversi, ci sono, per questo motivo, rimpalli tra uffici che finiscono per non dare ai cittadini alcuna risposta.
Stesso problema riscontriamo con i docenti: chi insegna in Università, Conservatori, Accademie, e in tutte le altre Scuole di ogni ordine e grado che si trovano fuori del Comune di residenza, ancora non è stato né vaccinato né contattato, e si è iniziata un’altra categoria, anche qui con rimpalli tra le varie ASL e la Regione.
Ancora senza soluzione è poi la somministrazione agli operatori sociali i quali si trovano quotidianamente a contatto con soggetti fragili che vanno certamente tutelati.
Per affrontare nel modo giusto quanto abbiamo di fronte, diventa fondamentale coinvolgere, e quindi garantire loro la vaccinazione, il volontariato organizzato ed anche i singoli operatori sanitari che hanno dato la loro disponibilità, come è necessario responsabilizzare e coinvolgere le strutture sanitarie accreditate. Solo mettendo in campo un’organizzazione certa, un piano certosino, un numero adeguato di operatori sanitari pubblici, volontari e convenzionati riusciremo a dare risposte e certezze a tutti.
Sui criteri e le priorità potrebbero essere d’aiuto i codici Ateco che codificano le categorie impegnate nella distribuzione e lavorazione di beni di prima necessità, fermo restando che solo dopo aver ultimato una categoria si può procedere alla successiva in modo da non creare vuoti e mancanze.
Anche la provincia di Teramo, da ieri, è diventata in parte zona rossa ed è probabile che nei prossimi giorni l’intero territorio sia sottoposto alle misure più restrittive previste dal Governo nazionale per le aree più colpite dalla nuova ondata, questa condizione impone una strategia chiara e immediata sul come uscirne e lo strumento non può che essere quello di un piano vaccinale efficace che risponda alle due fondamentali domande poste in apertura.
Piergiorgio Possenti
Segretario Partito Democratico provinciale Teramo