Enzo Ciaraffa e Jozef Špánik, raccontano le vicende dei legionari in Italia
di Walter De Berardinis
Giulianova. Non capita tutti i giorni ricevere un libro in lingua ceca che narra l’epopea di un esercito nato in “cattività”. Stiamo parlando della Legione Cecoslovacca costituita in Italia per partecipare all’ultimo anno di guerra dove l’Italia concluse l’unità d’Italia con la vittoria sull’Impero austroungarico. Il libro, dal titolo “Čechoslováci na řece Olona” e di “Historie československé domobrany v itálii”, edito dall’Associazione dei Legionari Cecoslovacchi alla fine del 2020, porta la firma del collega giornalista Enzo Ciaraffa, già Tenente Colonnello dell’Esercito Italiano e del diplomatico e storico ceco, Jozef Špánik. La pubblicazione, è l’ampiamento dell’edizione italiana del 2016 curata proprio da Enzo Ciaraffa: “I Cecoslovacchi sull’Olona – La pulizia etnica della memoria non riuscita”, esaurita in poco tempo.
Anche se in lingua ceca, ci sono molte fotografie dei legionari e documenti originali in lingua italiana. L’autore è stato capace, tramite della documentazione inedita al grande pubblico, di ricostruire la presenza della legione attraverso lo studio del cimitero di guerra del 1918 che custodiva le spoglie di questi soldati venuti da molto lontano.
La seconda parte del libro, grazie al cultore della materia, il dott. Jozef Špánik, è stato arricchito dal racconto della nascita della legione cecoslovacca in Italia, culminata con la consegna della bandiera di guerra. Esattamente 103 anni fa, il 24 maggio 1918, alle ore 11,30, l’allora Primo Ministro italiano, Vittorio Emanuele Orlando, consegnò la bandiera delle legioni ceco-slovacche alla presenza di Milan Rastislav Štefánik a Piazza Venezia, davanti l’Altare della Patria. Anche Giulianova anticipò anniversario nel 2017, quando organizzò, con il sostegno del direttore dell’Istituto d’investigazione Gamma di Tortoreto, Gabriele Barcaroli, una cerimonia ufficiale con la scopertura di una targa per ricordare il soldato della Legione Cecoslovacca del fronte russo, Jan Kelbl, morto a Giulianova nel 1919 mentre tornava nella sua nuova Patria. Oggi è l’unico soldato del fronte russo morto in Italia. Anche l’Abruzzo sostenne la causa dei Cechi e Slovacchi per avere una Patria durante il primo conflitto mondiale. Tra attestazioni di stima e nascita dei comitati pro Cecoslovacchia nel 1918 in Abruzzo ci furono: De Vesci, Presidente della Deputazione Provinciale di Teramo; Francesco Speranza e Rodolfo Ludovici, noti Avvocati dell’Aquila; Ercole Giammichele, Avvocato di Chieti; Francesco Rodomonte, Avvocato di Teramo. A sostegno della causa, nacque il Comitato Italiano per l’indipendenza Czeco-slovacca con sede provvisoria Roma in Via Volturno, 7 e le vicende che ne seguirono furono raccolte dal segretario Franco Spada nel libro edito nel 1920, “La idea Italo-czeca”.
Successivamente all’evento del 2017 a Giulianova e del 2018 a Roma, il sottoscritto e Barcaroli, spedirono una copia della stessa targa di Giulianova al Sindaco del paese natio di Jan Kelbl, Hrušovany u Brna – Repubblica Ceca. L’evento fu reso possibile grazie al Sindaco, Miroslav Rožnovský, per celebrare il 74 ° anniversario della liberazione della sua città Hrušovany da parte dell’esercito sovietico, e nell’occasione fu scoperta la targa bilingue (italiano e ceco) posizionata tra la stele che ricorda i caduti della 1° e 2° guerra mondiale alla presenza del 96enne, Generale di Brigata Emil Boček, ex pilota ceco in forza alla RAF e alla Fighter Squadron cecoslovacca durante la 2° guerra mondiale. Oltre all’amicizia che nutriamo nei confronti del dott. Jozef Špánik, vogliamo riconfermare l’amicizia tra i nostri due popoli esattamente come 103 anni fa, quando il nostro Paese, tra mille diffidenze, decise di appoggiare il nascente stato cecoslovacco attraverso la formazione della legione in Italia. Purtroppo questa antica amicizia si ruppe nei famosi accordi di Monaco del 30 settembre 1938.