Pizzoferrato (Chieti), 1251 metri sopra il livello del mare: “terrazza d’Abruzzo”, secondo un’espressione coniata da Gabriele D’Annunzio.
Arroccato a ridosso di una maestosa rupe rocciosa che osserva la Valle del fiume Sangro, il borgo si è formato probabilmente nell’Alto Medioevo, ed ha ampliato nel tempo l’importanza per la sua posizione grazie alla inespugnabile e caratteristica rupe, conosciuta come il “Pizzo”ed è proprio qui, che le telecamere Rai con Sem Cipriani si sono spinte per raccontare, insieme allo scrittore Peppe Millanta la storia di questo particolare borgo per la rubrica “Quota Mille” a cura di Paolo Pacitti.
Il nome di questo borgo ha una sua evoluzione: infatti prima dell’anno mille era composto da tre piccoli abitati ossia Pizzo Superiore, Pizzo Medio e Pizzo Inferiore, che in seguito, probabilmente a causa di una catastrofe non nota, si fusero nell’attuale centro abitato, che prese il nome inizialmente di Pizzosterrato, cioè “Pizzo fuori terra” ma nel Medioevo, per difendersi dagli attacchi dei briganti, gli abitanti sbarrarono l’unica via accessibile al paese con un cancello di ferro, da qui il nome di Pizzo-Ferrato.
“Pizzoferrato – spiega Peppe Millanta nel ripercorrere la storia di questo paese – oggi si definisce un ‘patapaese’. Il richiamo è alla patafisica, e cioè a quella scienza delle soluzioni immaginarie inventata da Alfred Jarry, che si prefiggeva di studiare non la regola ma l’eccezione, ribaltando la realtà con la fantasia. E in linea con questo spirito il paese ha innescato una pata-rivoluzione, iniziando a guardare le cose da un’altra prospettiva: siamo infatti a 1251 metri sul livello del mare. Ma anche a zero metri di distanza dal cielo, come ci ricordano i cartelli. E proprio qui sorgerà il Ponte sul Cielo”.
Pizzoferrato è cornice anche di una storia che arriva fino a Bologna che riguarda la Brigata Maiella, la formazione partigiana più importante della seconda guerra mondiale: nella notte tra il 2 e il 3 febbraio del 1944, nella Pizzoferrato occupata dai tedeschi c’è tanta neve ma un piccolo commando composto da militari inglesi e volontari partigiani striscia in silenzio lungo i muri per assalire il loro quartier generale, situato proprio qui, per un attacco a sorpresa.
Una bomba a mano fa saltare il portone d’ingresso, e da lì inizia a infuriare la battaglia. Il piccolo commando prova a resistere (in attesa dell’arrivo dei rinforzi che però tardano per la forte nevicata), fino a quando non è costretto ad arretrare e di fronte alla controffensiva tedesca, gli uomini si rifugiano nella Chiesa di Santa Maria del Girone dove, essendo in trappola, si ritirano dietro l’altare mentre i tedeschi continuano a sparare costringendo i superstiti alla resa.
Alla fine il bilancio è di 13 caduti, in quella che Ettore Troilo, il padre fondatore della Brigata Maiella, definì “la più cruenta di tutte le altre battaglie” e la Chiesa porta ancora oggi i segni ben visibili dei proiettili delle mitragliatrici sul muro.
Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile rivedere anche l’ultima puntata andata in onda e dedicata a Pizzoferrato.