“Da una prima lettura del Piano di Riordino della rete ospedaliera 2019/21 impostato dalla Giunta Marsilio e presentato dall’Assessore Verì emerge una scarsa attenzione per il teramano e per le sue esigenze e tutto questo mi preoccupa non poco” dichiara il Sindaco di Castelli Rinaldo Seca che è anche Rappresentante, in quota montagna, del Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl di Teramo. “Credo quindi sia opportuno sederci tutti attorno ad un tavolo, sindaci, amministratori e Consiglieri Regionali teramani di maggioranza e opposizione, per confrontarci e cercare di ridare centralità alla sanità nella nostra provincia che non può ricevere un simile trattamento dai vertici regionali.
Secondo Seca la prima stortura che emerge dalla lettura del Piano di Riordino della rete ospedaliera 2019/21 è l’assenza di un DEA di II° livello per il “Mazzini” di Teramo, unico capoluogo di provincia abruzzese a non avere una struttura con queste caratteristiche. “Tutti noi auspicavamo una tale scelta per Teramo, ma non è il solo problema che ho rilevato. Ad esempio ritengo che la nostra provincia abbia bisogno di una medicina del territorio diffusa e capillare, invece il Piano della Regione Abruzzo va in tutt’altra direzione, si chiudono le guardie mediche invece di ampliarle, e non vedo aumenti delle postazioni del 118 e dei servizi, specie nelle aree montane”.
Proprio la montagna teramana, che sperava nel rilancio, esce decisamente ridimensionata e trascurata. “Sembra una forzatura, ma vi assicuro che tra i fenomeni che spingono allo spopolamento nelle nostre aree interne c’è proprio l’assenza di una sanità adeguata che persuade tanti a trasferirsi nei centri più grandi – sottolinea Seca – solo per fare un esempio Castelli ha come riferimento un presidio del 118 non medicalizzato H12 a Isola del Gran Sasso che lavora di giorno, di notte invece dipendiamo da Basciano. Ora non è difficile capire, vista la distanza tra Basciano e Castelli, come i tempi per un possibile intervento si allunghino creando non pochi problemi! Chiediamo quindi maggiore attenzione per la nostra provincia, le esigenze delle aree interne ed investimenti per la medicina del territorio, altrimenti non ha senso parlare di rilancio della montagna, lotta allo spopolamento e nuovi investimenti per il rilancio economico e sociale dei borghi”.