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LA POESIA DELLA TERAMANA CARINA SPURIO

«Vivimi così,/ intenta ad unire fiaba e desiderio/ tra le righe di una poesia/ lontana dal mondo./
Tienimi così,/ tra le mani,/ ignorando la mia anima inquieta/in balia dell’umore/ di un attimo./
Prendimi così, /accesa come scintilla di fuoco/ che illumina la notte,/ mentre antitetiche parti di noi,/
ballano in silenzio,/ in cerca di un suono percettibile/».
Versi tratti da “Sesto senso”.

Tra le poesie più famose ed apprezzate della poetessa Carina Spurio troviamo questa poesia. Dal 2007,
anno della sua prima pubblicazione, questa lirica ha preso gradualmente un nuovo slancio ed è rimbalzata
ininterrottamente per quattordici anni su blog privati e di poesia, su Facebook, Twitter e Instagram.
«È segno che la poesia è ovunque – spiega l’autrice – e proprio attraverso questo fenomeno, ho
scoperto che alcune parole possono essere sentite, vissute, possono tradurre anche ciò che a volte
non si vuole ammettere. È un po’ questa la magia di un verso, quando sembra sceglierti, catturati e
rinascere per raggiungere nuove condivisioni dalle quali nasce la meraviglia di un canto libero nella
verità che difende. Proprio in virtù di questa meraviglia e della condivisione costante della poesia –
Sesto senso – nel web, decido di scrivermela addosso, per portarla con me ovunque io andassi».
Carina Spurio è nata a Teramo. Trascorre l’infanzia a Montorio al Vomano presso la casa dei nonni
materni in via Giuseppe Urbani, “la strada di sotto” per i montoriesi. Sua madre insegna nella scuola
materna in via Poliseo De Angelis (attuale sede municipale). All’età di sei anni si trasferisce a Nerito di
Crognaleto, il paese natio del padre. Si diploma all’Istituto Magistrale “Giannina Milli” di Teramo. In
quegli anni scrive le prime poesie.

Pubblica il suo primo libro dal titolo: “Il sapore dell’estasi” nel 2005 (Edizioni Kimerik, Messina),
riproposto in edizione aggiornata nel 2006. Seguono: “Lacca di Garanza” (Ed. Il Filo s.r.l. Roma, 2007).
“Tra Morfeo e vecchi Miti” (Nicola Calabria Editore, Messina, 2008) raccolta poetica selezionata
dall’associazione del Vaticano “Totus Tuus” e “Narciso”(Ed. Evoe’, 2009).
Nella sua vasta produzione poetica Carina Spurio ritorna spesso nei luoghi della sua infanzia e ci offre, in
versi, una panoramica delle sue sensazioni scaturite dagli elementi naturali. La sua penna affonda «tra
ombre e radici», «tra una stella e un fiocco di neve». Raggiunge l’estasi «nell’incanto che esplode un
bagliore di luce» e con la poesia “Euritmia Cromatica” si classifica al concorso Dante Alighieri accedendo
per regolamento all’antologia (testo scolastico) “Conoscere la metrica” (vol. 1, Vincenzo Grasso Editore)
il quale, ne commenta un suo verso: «La poetessa Carina Spurio con la sua lirica “Euritmia Cromatica” ci
dona un quadretto idilliaco che ci ricorda i nostri giovanili studi sul “Gelsomino Notturno” del Pascoli,
quando nella nostra ingenuità di studenti liceali rimanevamo incantati di fronte al miracolo della vita
offerto dai gelsomini notturni o “belle di notte”, che si dischiudono nel crepuscolo estivo per poi
rinchiudersi all’alba. I suoi versi si sviluppano secondo una trama ampia di riflessioni semplici quanto
immediate, pacate quanto consapevoli, ma tutte riconducibili alla percezione, all’emozione, al respiro
stesso della natura e delle cose che la connotano, alla vita intima che la sorregge».
Finita la danza «tra sonno e ragione, tra Morfeo e vecchi miti», il verso della Spurio procede e tratteggia
la località “Colle del vento”, si ferma sul «prato abitato dal sole e dal vento» poi, ammira la “Montagna
Madre”, poesia – fiore all’occhiello – della nostra poetessa in quanto, selezionata e pubblicata sulla rivista
“Poesia” (Crocetti Editore, mensile internazionale di cultura poetica).
Dopo aver militato dieci anni nel mondo della poesia arriva, a sorpresa, il “Premio Donna” Città di
Teramo, 2015, per la categoria letteratura e poesia.
Nel 2018, ad un anno dal terremoto, pubblica la sua sesta raccolta di poesie, dopo aver ricevuto un
inaspettato invito: «Voglio fare qualcosa per la tua terra»! È questo il messaggio inviato da Mauro
Gurioli, titolare della prestigiosa Casa editrice “Tempo al libro” di Faenza (RA) a Carina Spurio, qualche
settimana dopo le forti scosse del 18 gennaio 2017. Nasce così l’idea di pubblicare “Sporca chimera”,
opera miscellanea della Spurio, con contributi provenienti da altre antologie già edite, il cui ricavato è
devoluto in favore dei terremotati in Abruzzo. Il libro viene presentato prima a Teramo nella sede
dell’associazione Teramo Nostra, in via Fedele Romani, e successivamente a Montorio al Vomano, nella
Biblioteca del Ricordo di via Giampiero Pigliacelli, una sala di lettura all’interno del Palazzetto dello
Sport, nata da un’idea di Corrado Scipioni, che è un omaggio alla memoria di Arianna, Lorenzo e
Federica, vittime del terremoto aquilano del 2009, ai quali la poetessa Spuria dedica una poesia inserita

nella raccolta “Sporca Chimera” e in quel giorno rinnova il ricordo dei tre giovani.
L’ultima presentazione della predetta opera si svolge nella Casa degli Alpini a Campotosto (AQ),
all’interno del “Festival della Creatività”, il 2 settembre 2018.
Le poesie di Carina Spurio oltre a proteggere il ricordo delle persone scomparse hanno come centro di
gravità la natura. La stessa autrice racconta: «La natura nei miei versi è viva e deve vivere ancora.
Come Nerito di Crognaleto: il “Locus Amoenus” della mia anima, emblema di serenità e pace che
continuo ad immortalare in versi di affascinante magia e in attimi intrecciati tra il mistero della vita
e della morte».
Nelle ultime pagine del libro, nel capitolo Non una Postfazione, ci sono i contributi di scrittori, poeti e
giornalisti che ne hanno apprezzato i versi.
«Luce e carne. Terra e sangue. Tenerezza e fuoco. Spada e lacrime. I nuovi versi di Carina sono così,
come l’autrice, ancora più ossessionata dalla purezza formale. Per me, che conosco lei, angelica e leale,
l’invischiamento è più forte. La leggo e mi sembra di sentire la sua voce». Caterina Falconi (scrittrice).
«Entro in punta di piedi. So che non basta un cuore. Conto i battiti. Niente sconti. Carina si siede e ti
guarda. Niente saldi qui. Ha pagato tutto e della merce ne fa ciò che vuole. Entro ugualmente».
Patrizia Di Donato (scrittrice).
«È una poesia fortemente femminile, nel senso più sensuale del termine. Il dolore e l’amore, la speranza e
l’angoscia si alternano nelle liriche, come nella vita».
Veronica Marcattili (giornalista).
«La speranza non l’abbandona, la luce è pronta a sconfiggere il buio “perché dentro un amore c’è sempre
un altro amore” perché “altrove brillera’ un altro sole e torneremo”, perché s’intravede “nuova vita”».
Giuliana Sanvitale (poetessa e scrittrice).
«Dopo aver letto l’ultimo verso, viene già voglia di ricominciare dal primo, perché in una poesia così
profonda qualcosa sfugge sempre».
Francesco Sicilia (poeta).
«Canto – incantesimo che a dispetto del corpo – sudario, del corpo – sepolcro, permette al reale indicibile
di farsi parola. Penso che per te questa sia la vera “rinascita”».
Gabriella Falanga (poetessa).
«…perché Carina sa cogliere sempre una parte di noi…sa raccontarla attraverso i suoi versi e ama
profondamente la sua terra e la sua montagna e le fa conoscere attraverso la bellezza dei luoghi, ma
soprattutto attraverso le emozioni che essi evocano…»
Adele Di Feliciantonio (giornalista).
«I soliloqui si intrecciano continuamente, quasi a confondersi, con un intimo dialogo tra un Io e un Tu, a
volte vicino, altre lontano e telematico, mentre nel frattempo la vita strappa. Tra ricordi, buio, attese,
ritorni, la vita procede correndo il filo del tempo. Una scossa di terremoto, un’altra, un’altra ancora e stare
a chiedersi se fosse meglio/ essere lesionati dentro o fuori. Ancora vita che talora è tristezza./ Ciò che fa
la tristezza,/ nessuno lo sa fare. Carina Spurio crea nuove immagini che sono scritti donati al lettore senza
filtri e senza difese.
Anche un pensiero che muore può diventare Poesia».
Katia Debora Melis (poetessa e scrittrice).
Carina Spurio conclude: «So che la Poesia continua ad avere un ruolo attivo nella mia vita. So di
averla diffusa in molte regioni italiane e anche all’estero. So di averla rispettata organizzando molti
concorsi per Poeti, in collaborazione con il Comune di Crognaleto e con la Provincia di Teramo. So
che dopo sedici anni dalla pubblicazione del mio primo libro arriva ancora ogni notte e dentro
alcuni sogni: mi rivedo a difendere versi di carta, a sfidare la sorte, a rincorrer parole in terre
lontane, contro tutto, contro tutti, sedotta da una strana creatura: la Poesia».
Pubblicato già su La Città, settimanale di Teramo, del 25 luglio 2021
pietro.serrani@tin.it

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