Eppure codesti ordigni continuano ad uccidere o ferire. Il 25 ottobre in Russia l’esplosione di una Polveriera ha tolto la vita a 17 lavoranti. Stesso giorno in Ucraina (in due Oblast’ diversi) la detonazione di due ordigni bellici provocano il ferimento di un 50-enne e di un 45-enne. Il 19 la notizia giunge dalla Francia: ordigno della prima guerra mondiale spappola la mano di un 66-enne. Ma la notizia odierna perviene dalle isole Salomone: In un campo una famiglia decide di accendere del fuoco, per predisporre una squisita cena all’aperto. Ma il falò è acceso sul posto sbagliato. Didatti il calore delle fiamme attiva una bomba interrata e risalente alla seconda guerra mondiale (sembra di riscrivere la storia del falò che in Ucraina uccide due turisti), la bomba detona e uccide subito il genitore, il figlio muore in ambulanza durante il percorso per l’ospedale. Due i famigliari gravemente feriti. Concludendo in soli otto giorni le detonazioni hanno ucciso 19 persone e ferito altre 5. Una media di tre incidenti al giorno. E tutto questo è mediaticamente completamente ignorato
Giovanni Lafirenze