L’annuncio, da parte del sindaco di Silvi, dell’imminente apertura del ponte che collegherà la cittadina adriatica con l’adiacente comune di Città Sant’Angelo
L’annuncio, da parte del sindaco di Silvi, dell’imminente apertura del ponte che collegherà la cittadina adriatica con l’adiacente comune di Città Sant’Angelo, pone diversi dubbi sulla natura del collegamento stradale e sulla sua funzione principale.
Lo evidenzia il coordinamento FIAB Abruzzo che sottolinea come il ponte, progettato e realizzato dalla Provincia di Teramo, sia stato finanziato come collegamento ciclopedonale, per dare continuità alla Ciclovia Adriatica, nell’ambito del progetto Bike to Coast.
“Apprendere che, al contrario, il ponte sarà prevalentemente carrabile, con un residuo spazio, neanche con le dimensioni minime di legge, riservato a pedoni e ciclisti, desta preoccupazione, anche perché l’apertura senza limiti ai veicoli a motore rischia di far diventare il lungomare di Silvi una variante alla SS16” dichiara il coordinatore FIAB Giancarlo Odoardi.
“Già con il ponte sul Saline abbiamo assistito ad una mortificazione della percorribilità ciclabile e pedonale – continua Odoardi – con spazi per pedoni e ciclisti promiscui e risicati, ricavati, probabilmente come ripiego, tra i piloni di sostegno del ponte; ora si rischia un analogo trattamento per il ponte sul torrente Piomba, limitando, di fatto, l’accessibilità di quella che, tra qualche anno, sarà una delle Ciclovie più importanti d’Italia, che unirà Venezia al Gargano”.
“Ci auguriamo – conclude il Coordinatore FIAB – che la Regione intervenga e che i Comuni di Silvi e Città Sant’Angelo tornino sulle proprie posizioni, limitando il traffico veicolare sul ponte e ampliando le corsie ciclabili e pedonali, distinguendole tra loro, in modo da assicurare sicurezza e continuità alla Ciclovia Adriatica, conformemente ai finanziamenti ricevuti e alle strategie nazionali di sviluppo del cicloturismo e della mobilità ciclistica”.